Risonanza magnetica aperta: nuova era sportiva

Il Dott. Romagnoli: "Così individuiamo ciò che sfugge alla diagnostica tradizionale"

Diagnostica_Obesi_e_Claustrofobici_1La risonanza magnetica completamente aperta e dotata di tecnologia sotto carico, rappresenta oggi una delle più promettenti frontiere della diagnostica per immagini in ambito sportivo. Permette di eseguire esami in posizione eretta o seduta, replicando le reali condizioni in cui si manifestano numerose patologie articolari e vertebrali, spesso invisibili a riposo.

«Quando un’articolazione viene osservata in condizioni statiche e da sdraiati, come accade nella risonanza tradizionale, alcune alterazioni possono non essere evidenti. La postura eretta o semiflessa, invece, mette in luce movimenti patologici che spiegano sintomi persistenti», spiega il Dottor Andrea Romagnoli, radiologo esperto in diagnostica per immagini applicata allo sport.

Presso il Centro DOC – Diagnostica Obesi e Claustrofobici di Roma, in via Massaciuccoli, la risonanza magnetica aperta MR Open è già parte integrante dei percorsi clinici per atleti professionisti e amatoriali, ed è impiegata con particolare efficacia nei casi di protrusioni discali lombari, instabilità articolari del ginocchio, lesioni meniscali e distorsioni della caviglia.

«Valutare la colonna o le articolazioni sotto carico significa vedere l’effetto reale della gravità, dello stress funzionale e del movimento sul corpo. Un’ernia lombare che a riposo non appare, può essere chiaramente visibile in ortostatismo. Lo stesso vale per una sublussazione che compare solo in appoggio monopodalico», osserva il Dott. Romagnoli.

Questo tipo di esame ha un impatto diretto sulla riabilitazione: consente al medico e al fisioterapista di strutturare programmi terapeutici più mirati, riducendo tempi di recupero e rischio di recidive. Non solo: rappresenta una risorsa concreta in caso di diagnosi incerte, quando la clinica e le immagini tradizionali non coincidono.

Sebbene l’intensità di campo sia inferiore rispetto alle apparecchiature ad alto campo, i vantaggi in termini funzionali e dinamici sono evidenti. «L’obiettivo non è sostituire la risonanza classica, ma integrarla con una lettura in movimento del corpo. È un approccio che richiede competenza radiologica, ma che offre al paziente una visione più completa del proprio problema», aggiunge Romagnoli.

L’ambiente aperto di MR Open garantisce anche un maggiore comfort: riduce l’ansia nei soggetti claustrofobici e consente l’esecuzione su pazienti con obesità o difficoltà motorie, ampliando l’accessibilità alla diagnostica.

L’esperienza clinica maturata presso il Centro DOC conferma come la risonanza con MR Open non sia solo una tecnologia, ma un nuovo paradigma diagnostico, capace di valorizzare l’osservazione funzionale del corpo e offrire soluzioni personalizzate nel recupero dell’atleta.

Source: www.irpinia24.it