Sanità, assistente infermiere: competenze minime, rischi alti

Nursing Up: "Ritiriamo il DPCM prima che sia una trappola"

pexels-cedric-fauntleroy-4270365«Con il nuovo DPCM del 23 giugno, si introduce una figura ibrida e decisamente “pericolosa” nell’ambito della delicata realtà delle cure ai cittadini: stiamo parlando dell’assistente infermiere, destinato a operare accanto ai pazienti più fragili con competenze minime e rischi massimi. 

È un provvedimento da ritirare subito, prima che si trasformi in una trappola per i cittadini», attacca Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up.

Nato nei tavoli tecnici delle Regioni, il DPCM traduce una visione meramente amministrativa e drammaticamente distante, fondata su tagli e logiche emergenziali. 

L’Allegato 1, Lettera A dell’Accordo Stato-Regioni, elenca una serie di mansioni che ricalcano quelle dell’infermiere laureato, dalla somministrazione di farmaci all’assistenza di pazienti terminali e psichiatrici. 

Solo che a svolgerle dovrà essere l’assistente infermiere, che di fatto un professionista sanitario non è e non lo sarà mai. Il tutto con appena 500 ore di formazione.

«Se queste sono le abilità minime, quali sarebbero, ci chiediamo, le massime?», incalza De Palma. «Chi definisce i confini operativi? Così si alimenta un caos normativo di non poco conto, con abusi di ruolo e rischi per la sicurezza dei pazienti».

In un Paese dove oltre il 22% della popolazione ha più di 65 anni e il 50% degli over 75 è malato cronico, servono più infermieri, più formazione, più assunzioni. Invece, si aggira l’emergenza con una figura a basso costo, creata per tappare buchi organizzativi e compensare una carenza strutturale di oltre 175.000 infermieri.

«È una toppa maldestra – continua De Palma – che dovrebbe tentare di “aiutare” gli infermieri, ma di fatto non ci sono abbastanza infermieri da supportare. 

Nella realtà il timore concreto è che si finirà con l’affidare nelle mani dell’assistente infermiere percorsi complessi, o nella migliore delle ipotesi chi dovrà supervisionare il loro lavoro, in questo caso i pochi infermieri che ci sono, subirà un aggravio di non poco conto. È senza dubbio un sistema in corto circuito quello che abbiamo davanti».

Il Nursing Up chiede:

  • Il ritiro immediato del DPCM del 23 giugno;
  • Un piano straordinario di assunzioni di infermieri laureati;
  • L’apertura urgente di un tavolo nazionale con le professioni sanitarie.

Infine, una domanda al vertice della professione è doverosa: FNOPI, dove sei?
«Le Regioni intanto vanno avanti, ma non è più tempo di diplomazie. O si difende la professione o la si svende.»

Il Nursing Up è pronto a ogni azione, anche sul piano giudiziario nazionale e internazionale, per bloccare questo provvedimento pericoloso e iniquo.

Source: www.irpinia24.it