Avellino, “Escape from figure”: una mostra di Cristina Nasti ed Alfredo Rapetti Mogol

Presso il Carcere Borbonico di Avellino

432598902001245242Avellino – Dal 2 al 30 settembre le sale espositive del Museo presso il Carcere Borbonico di Avellino ospiteranno la mostra “Escape from figure”, di Cristina Nasti ed Alfredo Rapetti Mogol, a cura di Angelo Crespi, in collaborazione con la Galleria Ferrero Arte contemporanea di Ivrea.

La mostra si inserisce nell’ambito del settimo appuntamento della rassegna “Un anno di mostre al Museo Irpino”, organizzata dalla Provincia di Avellino e dal Museo Irpino, inaugurata sabato 2 settembre e visitabile fino al 30 settembre dal martedì al sabato – dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00 – con ingresso libero.

In mostra cinquanta opere come espressione del dialogo tra un’artista emergente, Cristina Nasti, ed un artista affermato, Alfredo Rapetti Mogol.

Cristina Nasti propone alcune opere che si muovono sul confine tra astrazione lirica ed informale, in cui la forma ed il colore esercitano la funzione di catalizzatori del pensiero; Alfredo Rapetti Mogol, al contrario, predilige la pittura segnica in un solco novecentesco in cui la parola perde il proprio connotato di significato restando un semplice significante e ciò nonostante di grande intensità lirica.

«I due artisti si confrontano sul tema dell’astrazione, essendo che l’arte del Novecento si può configurare, tecnicamente, come la storia di una fuga dalla figura, fin dagli esordi delle Avanguardie nel 1909 e 1910» – ha affermato il curatore della mostra – «Non sorprende, dunque, che si possano oggi avere dialoghi tra artisti sull’astrazione “che è un modo o un metodo, non uno stile o un genere”, come ha giustamente scritto Christine Macel nella mostra più importante degli ultimi anni (“Elles font l”abstraction / Women in abstraction” prodotta nel 2022 dal Centre Pompidou di Parigi in collaborazione con il Guggenheim di Bilbao). In questo senso, pensando al “modo” ed al “metodo”, è chiaro che si possono confrontare le opere di Alfredo Rapetti Mogol – il segno che diventa testo, o per essere più precisi il testo che ritorna a essere segno – e le opere di Cristina Nasti – esplosioni di colore che deflagrano dal centro della tela come a ricreare un nuovo universo» – ha concluso Crespi.

Source: www.irpinia24.it