Il settore vitivinicolo in Irpinia è in crisi
Cresta: “L'appello che rivolgo è quello di fare unione”
Nella mattinata odierna, presso il Circolo della Stampa di Avellino, è avvenuto l’incontro tra la stampa e il Presidente di Cia Avellino Stefano Di Marzo, il Presidente di Cia Campania Raffaele Amore e il rappresentante di Cia Paternopoli Mario Cresta, per focalizzare l’attenzione sulla crisi del settore vitivinicolo in Irpinia.
L’aria di produzione del Taurasi oggi gode di grande importanza ma, purtroppo, risulta essere fortemente danneggiata dalla grandine che nei primi di agosto si è abbattuta sui vigneti: «È una questione economica drastica. La viticoltura è un pilastro importante dell’economia del nostro territorio: parliamo di uve molto pregiate di Aglianico, pronte a diventare Taurasi» - ha dichiarato Mario Cresta, rappresentante di Cia Paternopoli – «Questo è un problema immane, seguito da tutti questi aumenti legati alle materie prime e al gasolio, un altro macigno che si ripercuote su noi agricoltori. L’appello che rivolgo è quello di fare unione, stabilire una sinergia e riconoscere questa vendita a un prezzo dignitoso per noi viticoltori, senza denigrare il prodotto» – ha aggiunto Cresta.
La stima riguardo la quantità di prodotto invenduta non sembra essere precisa, nonostante ciò, sembrerebbe aggirarsi intorno ai 20-25mila quintali di uva: «Un’azienda storica non ha fatto più le commesse e non possiamo entrare nel merito del mancato ritiro dell’uva» – ha aggiunto il rappresentante di Cia Paternopoli – «È necessaria anche un’azione di marketing, per la quale richiamiamo all’attenzione non solo le istituzioni locali, ma anche quelle regionali, affinché si faccia molta pubblicità dei nostri rossi pregiati» - ha concluso Cresta.
«Un gruppo importante di viticoltori e aziende socie confederate hanno ricevuto una telefonata nei primi giorni di agosto, disdettando la raccolta» – ha continuato Stefano Di Marzo, Presidente di Cia Avellino – «Ora, il punto è che questa situazione ha gettato sul lastrico e nella disperazione un’intera comunità di produttori. Questa è la ragione per cui abbiamo messo insieme una serie di azioni: soprattutto, una richiesta formale al Prefetto di Avellino di istituire un tavolo di crisi al quale saranno chiamati tutti gli stakeholders della filiera, le grandi aziende e, perché no, anche qualcuno con esperienza nella cooperazione non irpina per dare dignità del lavoro a queste aziende agricole, affinché si realizzino le condizioni per una conservazione e per un posizionamento delle nostre uve» – ha concluso Di Marzo.
L’amministrazione comunale di Paternopoli si dimostra presente in maniera intensa, insieme alla Cia, al fianco degli agricoltori: «La produzione di uva di pregio per quanto concerne non solo il nostro comune, ma anche quelli limitrofi, rappresenta il nucleo essenziale del sistema produttivo, ormai da qualche tempo e su questo il territorio ha investito tantissimo» – ha affermato Michele Tecce, consigliere comunale di Paternopoli e delegato alla gestione dell’emergenza – «La cosa che maggiormente ci preoccupa e che dobbiamo evitare a tutti costi è che, in questo periodo così particolare, possano avanzare onde speculative. Crediamo che, in questo momento, bisogna iniziare a fare un ragionamento più strutturato, soprattutto per quanto riguarda la struttura più debole della filiera, ossia i produttori, che poi rappresentano anche la parte più importante» – ha aggiunto il consigliere comunale.
«Siamo di fronte a piccole realtà, costrette ad affrontare le dinamiche del mercato e, in solitudine, si trovano in una condizione di debolezza. Bisogna avviarsi verso un percorso associativo di una certa intensità. Sono oltre 100 le aziende in difficoltà» – ha concluso Tecce.