Avellino – Alla scoperta dell’acquedotto augusteo di Serino

Canale di circa 100 km che giunge nella Piscina Mirabilis

btyAvellino – Continua il ciclo di incontri “Passeggiate nel tempo” promosso dal Gruppo Archeologico Irpino. Questo pomeriggio, presso il Circolo della Stampa, il direttore dell’associazione di archeologia Gerardo Troncone ha voluto approfondire il tema del sistema idrico irpino focalizzando l’attenzione sulla genesi e sul percorso di uno dei canali più lunghi e importanti dell’epoca romana, l’acquedotto augusteo, ancora oggi fondamentale ai fini della distribuzione dell’acqua potabile. All’incontro, hanno partecipato Ottaviano De Biase, studioso locale, e l’ingegnere Tullio Iannella.

L’acquedotto, simbolo dell’eccellente ingegneria idraulica romana, deve il suo nome all’imperatore Augusto che ne ordinò l’edificazione con lo scopo di rifornire la flotta navale stanziata a Capo Miseno. Tuttavia, tale attribuzione è stata stabilita con certezza solo nel 1920 grazie allo studio svolto dal professor Sgobbo su una lapide rinvenuta durante dei lavori di scavo. Il canale è anche conosciuto come “acquedotto augusteo del Serino” perché sorge in questa provincia di Avellino dove l’acqua captata appartiene alle sorgenti di Acquaro e Pelosi che costituiscono il gruppo sorgentizio superiore il quale si differenzia dal gruppo di sorgenti di “Urciuoli”, nome del proprietario, che sgorgano ad una quota più bassa. Oltre all’acquedotto augusteo, le sorgenti serinesi alimentano anche l’acquedotto sannitico, chiamato così perché giunge a Benevento, e l’acquedotto moderno del 1885.

Per quanto riguarda il percorso dell’acquedotto augusteo, questo fu studiato nel 1800 dall’architetto Felice Abate che progettò anche un ripristino dell’opera idrica. Da Serino, il canale attraversa la città di Atripalda, piega al confine tra Bellizzi e Aiello del Sabato per poi passare per Contrada e Montoro. Successivamente, segue il tracciato della linea ferroviaria diretta a Salerno, prosegue per Nola fino ad arrivare a Napoli dove supera il vallone dei Ponti Rossi e sottopassa la città fino alla galleria scavata tra Piedigrotta e Fuorigrotta. Infine, giunge alla collina di Posillipo per sboccare nei campi flegrei, attraversa il Golfo di Pozzuoli ed il lago Averno fino a convogliare le acque serinesi nella Piscina Mirabilis di Capo Miseno, un grande serbatoio scavato nel tufo che serviva da approvvigionamento idrico della flotta militare imperiale. 

 

 

Source: www.irpinia24.it