Avellino – “Quelli che restano”: storie irpine di successo
Ultimo appuntamento di Ossigeno dedicato al mondo del lavoro
Avellino – Cultura, economia, innovazione e molto altro nel dibattito organizzato da Ossigeno presso la Chiesa del Carmine, dal titolo “Quelli che restano”: l’ultimo di una trilogia di eventi dedicati al mondo del lavoro, incentrato sulle testimonianze di alcune personalità di spicco del panorama irpino che hanno deciso di restare nella loro terra, per coronare il sogno di realizzarsi professionalmente.
“Dodici storie molto diverse tra di loro che rispecchiano tanti aspetti della nostra attività e della nostra economia. Storie di persone che anche nella cenere sono riuscite a combattere le difficoltà” afferma Luca Cipriano, presidente dell’associazione. Storie che trovano un riscontro nei dati messi in risalto da Gianluca Nicastro: “La nostra provincia ha circa un miliardo di euro di export, comprendendo tutti i settori industriali. Segno che il mondo, nell’era della globalizzazione, ci fa intravedere anche delle opportunità, e non solo rischi”. Attrattività, fiducia e metodo sono “gli elementi su cui si può ancora lavorare molto su questa terra”, come evidenziato da Gianluca Romano. Conoscenza, identità e rete sono altrettanto importanti per unire tutte le componenti, come spiega Francesca Iandolo: “Siamo cresciuti con i motivi per andarcene e con la fuga come unica soluzione possibile, siamo qui per invertire questa tendenza. Il territorio ha un’identità propria e un capitale intellettuale che vanno valorizzati”.
Storie di musica, terra, saperi, cibo e sapore. Svariati ambiti, accomunati da altrettante idee costruttive. A cominciare dal tentativo, già in gran parte riuscito, di edificare un’impresa culturale, con la quale interagire con le emozioni più profonde delle persone. “La nostra scommessa è stata quella di creare un posto trasversale dove creare delle possibilità, un posto aperto a tutti” commenta Felice Caputo, titolare del Tilt e direttore artistico di Bella Storia. “Per fare questo, c’è bisogno di uno studio accanito, di una grossa volontà di emergere per realizzare ciò. Non si cresce mai da soli, bensì tutti insieme e non saremmo mai diventati quelli di oggi senza le realtà che ci hanno supportato”. Tra queste realtà, il Collettivo Agata ha introdotto un modo innovativo di produrre musica, come illustrato da Marco Cucciniello: “Produciamo strumenti musicali interattivi nuovi e contenuti artistici. Con Felice abbiamo lavorato insieme nell’ambito di Irpinia Mood, spostando l’acqua in una vasca per produrre il suono”.
L’innovazione è, appunto, uno dei temi cruciali su cui i giovani imprenditori e lavoratori irpini devono puntare per essere competitivi sul mercato. Una testimonianza importante arriva da Archimede Casoli, imprenditore vitivinicolo e titolare delle omonime tenute: “Abbiamo puntato all’innovazione, collocando la coltivazione di vino e nocciole in una struttura settecentesca completamente rimodernata, trasformata in una cantina di restauro, dove allestire un percorso formativo e sistemico per creare attività ricettive”. Sussistono, tuttavia, alcuni problemi nella valorizzazione delle eccellenze irpine. “Sarebbe ideale un progetto comune, integrato, che metta da parte il campanilismo che spesso ci divide dal Sannio” continua Casoli. Fulvio Ruggiero, titolare di Vinolio, aggiunge: “Noi irpini abbiamo la paura di osare nel nostro territorio. Dobbiamo sfruttare le zone circostanti, pubblicizzare il territorio, far conoscere alle persone che cosa comprano”. Problemi che vanno ricercati, secondo Veronica Barbati, Presidente Nazionale dei Giovani Agricoltori Italiani di Coldiretti, anche nella mancanza di infrastrutture: “Abbiamo gli strumenti per fare innovazione, ma l’organizzazione aziendale e il retaggio culturale in molte realtà è ancorato al passato”.
Il dovere di restare aggiornati sulle nuove tecnologie viene ribadito da Quirino Picone, docente di internet, new media e web marketing all’Università Suor Orsola Benincasa: “L’Università ad Avellino può essere una soluzione? Si può fare, ma occorre la possibilità di unire questi punti, essere consapevoli delle proprie competenze di settore, ma essere anche in grado di apprendere il digitale”. Anche l’idea di creare start up è possibile, come sottolinea Irene Rosiello: “In questo senso, iniziative come ‘Resto al Sud’ hanno permesso ai giovani di trovare fonti di finanziamento per mettere in pratica la propria idea”. L’innovazione è richiesta anche in cucina, mantenendo sempre quel contatto con la tradizione che distingue i prodotti locali irpini da quelli delle altre terre. “Le grandi distribuzioni sono quelle che dominano sul mercato ed è per questo che noi artigiani dobbiamo cercare di creare un prodotto che si differenzi” sostiene Alessandro Alvino di In Pasta. “La nostra carne è 100% controllata, proveniente da Zungoli, dalla nostra Irpinia. Le istituzioni devono essere spronate e coinvolte affinché vengano valorizzate le nostre eccellenze culinarie” afferma Michele Carbone, titolare di Ciacco Burger e Vincent. “Bisogna uscire dal provincialismo e dai luoghi comuni che riguardano l’economia locale e nazionale. Abbiamo bisogno di emotività e dobbiamo essere portatori di energia positiva” ritiene Angelo Nudo di Carmasciando.
“La più grande difficoltà è quella di relazionarsi con il pubblico, la qualità del lavoratore oggi è molto bassa ed è per questo che impieghiamo soprattutto operatori sociosanitari molto preparati” afferma Carlo Palumbo di Privatassistenza. Nelle sue parole, vi è anche un messaggio di speranza per le generazioni presenti e future: “A tutti coloro che vanno via da questa terra, dico che si può tornare, la partita è lunga e la si può vincere. Il messaggio che voglio trasmettere è quello di essere riuscito a realizzare i miei obiettivi lavorativi nella mia terra e di aver potuto mantenere i rapporti familiari”. La stessa speranza viene trasmessa dalle note di Alessandro Pennino, giovane pianista locale che si è esibito prima e dopo il dibattito. “La musica di Alessandro è la metafora dei giovani che si avventurano senza garanzia e senza certezze ma, nonostante ciò, ottengono successo nella loro terra” conclude Cipriano.