Avellino – “Verità per Luigi Della Valle”: la compagna chiede giustizia!

L'avv. Rosaria Vietri: "I politici la smettano con questo atteggiamento latitante: soltanto nei primi mesi del 2018 si sono registrati 52 suicidi in carcere"

IMG_2637-18-07-18-02-09Avellino – Ad un anno esatto dal suicidio di Luigi Della Valle, avvenuto presso la Casa circondariale di Bellizzi, dove l’uomo era detenuto per la decisione del giudice di adottare una misura cautelare custodiale, dopo che Della Valle aveva violato gli arresti domiciliare ed altre prescrizioni ad essi legate. Una misura custodiale che Della Valle avrebbe dovuto scontare in una struttura psichiatrica, ma la situazione delle strutture psichiatriche in Campania, come del resto in Italia, è drammatica: soltanto tre le REMS della nostra regione, con liste di attesa interminabili. E’ proprio per denunciare le condizioni dei detenuti nelle carceri e la necessità di incrementare strutture psichiatriche adeguate che Maria Rosa Landi, compagna e convivente dell’uomo, affiancata dall’avvocato Rosaria Vietri, ha deciso di indire la conferenza stampa di stamattina, volendo fortemente che si tenesse proprio oggi, giorno dell’anniversario del suicidio. 

“Dopo un anno non sappiamo ancora nulla, siamo all’oscuro di tutto. Io chiedo soltanto la verità! Se ci fosse stata un po’ più di attenzione, Luigi avrebbe potuto salvarsi” sono queste le parole della donna che conviveva con Della Valle, parole che chiedono verità, che chiedono di capire il motivo per cui, nonostante i due suicidi tentati che hanno preceduto il terzo fatale, nessuno abbia pensato che forse Luigi doveva essere aiutato. “Aveva fatto capire che non ce la faceva più a stare lì dentro, Non mangiava, salvo le cose che a volte riuscivo a mandargli da casa”. Luigi prendeva dei farmaci che lo aiutavano a stare meglio, ma nonostante ciò ha deciso di farla finita. 

A parlare è poi l’avvocato Rosaria Vietri: “Oggi è un anno che Luigi è morto e, come ha detto la signora Landi, noi non sappiamo ancora nulla. C’è un fascicolo aperto in procura, ma dopo un anno penso che le indagini debbano arrivare ad una logica conclusione. In particolare, credo che si debba fare più attenzione ai detenuti che possono avere delle complicanze di natura psichiatrica e chiaramente potenziare il personale che deve gestire e curare chi ha tali problematiche”. Dall’inizio del 2018 sono già 52 i suicidi avvenuti nelle carceri italiane. Un numero drammatico per quella che l’avvocato Vietri ha definito “una strage silenziosa”. L’ipotesi di reato, per la quale gli organi inquirenti stanno investigando, è di istigazione al suicidio, ma per l’avvocato il primo responsabile è lo Stato: “E’ nota a tutti la realtà delle carceri su tutto il territorio italiano. Una situazione che andrebbe affrontata in modo serio e responsabile, potenziando non solo il personale addetto, e quindi la polizia penitenziaria, ma soprattutto devono essere potenziati i supporti specialistici, quindi maggiori psichiatri, più psicologi, visto che le REMS, create per ospitare malati psichiatrici, sono ormai in sovraffollamento”. 

 

Nei primi mesi del 2018 

Source: www.irpinia24.it