La terra continua a tremare – ora il Marsili fa paura
Il gigante tirrenico, attivo da circa 200000 anni, ha le pareti indebolite e non è esclusa la minaccia di un'eruzione. Il commento di Enzo Boschi: " Rischio reale ma di difficile valutazione "
Avellino – Gli eventi incresciosi degli ultimi giorni, i quali hanno interessato le regioni del centro Italia con diversi terremoti, che hanno generato non pochi danni e, fortunatamente, nessuna vittima, sono soltanto dei campanelli d’allarme verso una minaccia presente da anni ma che non sembra aver avuto una giusta informazione sul piano pubblico.
Stiamo parlando del vulcano sottomarino Marsili, localizzato nel Tirreno meridionale e appartenente all’arco insulare Eoliano. Si trova a circa 140 km a nord della Sicilia e a circa 150 km ad ovest della Calabria, ed è il più esteso vulcano d’Europa. È stato indicato come potenzialmente pericoloso, perché potrebbe innescare un maremoto (detto anche tsunami) che interesserebbe le coste tirreniche meridionali comprese tra Calabria, Campania e Sicilia. Wikipedia ci illustra come i fenomeni vulcanici sul monte Marsili sono tuttora attivi e sui fianchi si stanno sviluppando numerosi apparati vulcanici satellitari. I magmi del suddetto vulcano sono simili, per composizione, a quelli rilevati nell’arco Eoliano, la cui attività è attribuita alla subduzione di antica crosta Tetidea (subduzione Ionica). Si stima che l’età d’inizio dell’attività vulcanica del Marsili sia inferiore a 200 000 anni. Sono state inoltre rilevate tracce di collassi di materiale dai fianchi di alcuni dei vulcani sottomarini, i quali potrebbero aver causato maremoti nelle regioni costiere tirreniche dell’Italia Meridionale.
Il noto sismologo Enzo Boschi, ex presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha espresso il suo parere di esperto a riguardo di tale problematica: “ La nostra ultima ricerca mostra che il vulcano non è strutturalmente solido, le sue pareti sono fragili, la camera magmatica è di dimensioni considerevoli. Tutto ciò ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe entrare in eruzione in qualsiasi momento. Il cedimento delle pareti muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza. Gli indizi raccolti ora sono precisi, ma non si possono fare previsioni. Il rischio è reale e di difficile valutazione. Quello che serve è un sistema continuo di monitoraggio, per garantire attendibilità “.
Il più recente maremoto italiano è stato quello che si è innescato poco dopo le ore 13.00 del giorno 30 dicembre 2002 nell’area di Stromboli, con conseguente inondazione della fascia costiera fino ad altezza di alcuni metri sul livello medio del mare. L’evento anomalo ha determinato seri danni ai manufatti più vicini al mare e ha provocato il ferimento di alcune persone; esso si è avvertito lungo la costa siciliana nella zona di Milazzo e in quella campana nel porto di Camerota. La storia ci insegna che tutto è ciclico, specialmente i terremoti, e a distanza di 14 anni la Terra ha cominciato nuovamente a tremare. Al momento il sisma di Norcia e delle città li vicine non sembra avere delle ripercussioni, o meglio non dovrebbe essere strettamente collegato con il Marsili, ma ciò non significa che il pericolo non ci sia. La speranza è che vengano presi seri provvedimenti a riguardo, in modo da istituire delle modalità di prevenzione per la tutela della popolazione e non aspettare sempre la catastrofe per iniziare a intervenire e “ ricostruire “. Dobbiamo scrollarci di dosso l’idea di essere una nazione piatta come la Siberia, ma iniziare a comprendere, ed accettare, che la nostra morfologia è simile a quella del Giappone, e che i terremoti sono frequenti. Dobbiamo saperlo, dobbiamo accettarlo e soprattutto … dobbiamo essere tutelati!
di Michael Mambri