“Progetto Amianto” – Foti: “Cercherò di mettere la parola fine a questa vicenda”

Questa mattina presso l’oratorio S.Chiara ad Avellino sono stati presentati i risultati delle indagini e delle attività condotte presso l’ex Isochimica

IMG_1090Avellino –  “Il progetto amianto” è ciò di cui si è discusso questa mattina presso l’Oratorio S.Chiara, in Rione Ferrovia ad Avellino. L’oratorio, il quale è stato precedentemente una chiesa fino al 1912, ha ospitato un convegno per presentare i risultati delle indagini e delle attività condotte presso l’ex Isochimica.

Ad aprire i lavori è stato il sindaco di Avellino Paolo Foti: “Ringrazio l’Istituto superiore di sanità per aver posto un velo oscuro sulla situazione dell’ isochimica attraverso studi e dati anche proposti dall’Università di Napoli, Federico II. Il concetto che ci deve guidare è innanzitutto un risarcimento a questo quartiere che ha pagato un prezzo altissimo sulla vicenda dell’ isochimica, causa della follia di qualche assessore del tempo e di qualche esponente della ferrovia. L’ amministrazione si sta impegnando per dare una prospettiva nuova e risarcire questo quartiere, che non ha avuto le attenzioni meritate; mi assumo  l’ onere di mantenere questa linea fino alla fine del mio mandato. Cercherò di mettere una parola fine, ed è un sentimento comune di tutta l’amministrazione dare una risposta definitiva a questo posto.”

Il secondo intervento è poi passato alla dottoressa Loredana Musmenci, direttore del dipartimento ambiente dell’Istituto Superiore di Sanità che ha aggiunto : “Il nostro è uno studio che si colloca nell’ ambito del progetto Amianto finanziato circa tre anni fa dal Ministero della Salute che ha sempre dato a questa problematica una grande rilevanza. La seconda conferenza sul tema si è tenuta a Venezia nel 2012 ed è in corso di approvazione definitiva il “piano nazionale amianto” che definisce le linee da intraprendere. Il progetto amianto ha diversi obiettivi: dare risposte al rischio connesso all’esposizione non professionale dopo il bando; fornire sistemi innovativi di diagnosi e cura delle malattie correlate all’ esposizione dell’ amianto; cooperare con i paesi in cui l’uso dell’amianto è ancora consentito.

Abbiamo ancora un problema riguardo la sensibilità – continua Musmenci - della rilevazione dell’ amianto; merita un’ attenzione particolare anche l’ esposizione ad amianto non professionale. Abbiamo effettuato studi e monitoraggi a Buoni, Avellino e Biancavilla ottenendo risultati con dei livelli di concentrazione confrontabili attualmente. Lo studio condotto suggerisce che dopo venti anni l’ esposizione all’ amianto è confrontabile a quella della popolazione generale, ma ciò anche se è un dato confortante non vuol dire che bisogna abbassare la guardia. L’ istituto continuerà a collaborare – conclude la dottoressa – affinché la modifica venga effettuata con il minor impatto possibile sulla popolazione”. 

La parola è passata poi all’assessore alle politiche sociali e trasparenza Marco Cillo che ha fornito una panoramica storica sulla vicenda: “Quando ho affrontato la storia dell’ isochimica dal punto di vista giudiziario, la prima parola che mi veniva in mente era  la parola “tradimento”, perché c’è stato un tradimento dell’etica, degli operai, di una speranza di qualità della vita migliore. La storia inizia nel 1982 quando le ferrovie dello stato hanno dovuto sbarazzarsi di vagoni di amianto. Ed è qui che sono entrati in gioco gli interessi personali, poiché lo smistamento era di vitale importanza all’epoca. I numeri fanno rabbrividire perché si parla di circa1200 tonnellate di amianto.

Ancora oggi c’ è da indagare – continua Cillo – e da conoscere fin dove la follia umana ha portato. Lo scempio dell’ isochimica è stato soprattutto frutto di barbarie dell’ uomo. Già all’ epoca gli operai iniziarono a chiedere protezione ma venivano minacciati di licenziamento. È iniziato poi a venire a galla il fatto che l’ isochimica era una bomba ad orologeria per quella polvere grigia messa in contenitori non adatti per lo smaltimento. L’amministrazione in qualche modo ha provato a dare una risposta, le persone ma soprattutto gli operai e le famiglie che vivono in questo territorio devono sapere che questi nove anni di silenzio non saranno più consentiti. Oggi la verità – conclude l’assessore –  è che le persone contaminate sono troppe e la speranza di crescere e invecchiare gli è stata tolta”. 

di Carmen Vottariello

 

Source: www.irpinia24.it