Avellino – L’Irpinia è in Europa
La conferenza ha voluto stimolare una discussione su innovazione, democrazia, eguaglianza e sostenibilità ambientale
Avellino – Si è svolta oggi la conferenza organizzata da Idea Irpinia in collaborazione con il circolo Pd Laboratorio Democratico dal tema L’Irpinia è Europa. Il titolo dell’incontro potrebbe apparire banale ma spesso sono proprio le realtà che si percepiscono come scontate quelle più difficili da esplorare e mettere in discussione.
Che l’Irpinia sia europea, almeno geograficamente e politicamente, nessuno lo mette in dubbio, ma quando si guarda alle statistiche occupazionali e a quelle inerenti la crescita economica è difficile non chiedersi perché nella provincia di Avellino (e a livello generale in tutto il Mezzogiorno) non si cresce come nel cuore economico dell’Europa. Sicuramente l’appuntamento non ha aveva l’ambizione e la pretesa di risolvere una problematica di tali dimensioni ma è pur vero che stimolare il dibattito è l’essenza della democrazia partecipata.
Proprio in virtù di questo filo logico, Marcello Rocco, coordinatore di Idea Irpinia, ci ha tenuto a spiegare il duplice scopo che si intendeva raggiungere il sottotitolo scelto per l’evento (innovazione, democrazia, eguaglianza e sostenibilità ambientale): «rilanciare e riscoprire i valori fondanti dell’Unione Europea e avvicinare le sue istituzioni alla realtà territoriale».
Il primo della lunga serie di interventi che si sono avvicendati durante la conferenza è stato quello di Gianni Romeo, Segretario del circolo Pd Laboratorio Democratico, il quale ha scelto di concentrarsi soprattutto sulla programmazione dei fondi 2014-2020 sottolineando che «manca la coesione tra i Paesi dell’UE per l’apatia derivata dalla scarsa fiducia del vicino e del prossimo» e ricordando che «i fondi comunitari non possono risolvere i problemi del Mezzogiorno». Per Romeo, infatti, è necessario «creare collegamenti del basso» e sfruttare le opportunità offerte dalla prossima creazione del «mercato unico digitale per migliorare la competitività». A seguire, è stato l’intervento di un membro di Laboratorio Democratico, Fabio Pisano, a spostare l’attenzione sulle rinnovabili e sui pericoli derivanti dall’«eolico selvaggio».
A tali interrogativi ha tentato di rispondere il Presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio, che ha prima sottolineato l’importanza dell’informatizzazione per «essere in sintonia con ciò che il mercato ci chiede», poi sottolineato il grave ritardo sulla programmazione della spesa 2014-2020, e, infine, si è soffermata proprio sull’eolico, ma non solo. «Dobbiamo fare il piano energetico regionale – ha dichiarato D’Amelio –: quello che abbiamo visto sulle pale eoliche è una vergogna ed è stato dovuto ai vari interessi che hanno sempre impedito di stilare tale piano». In seguito, D’Amelio ha anche messo in evidenza la necessità di prendere «provvedimenti a difesa delle acque» ricordando che «nella Conferenza delle Regioni si è deciso che sulle trivellazioni devono decidere le singole Regioni e che se esiste un’idea di sviluppo alternativo va difesa».
Conciso l’intervento di Carmine De Blasio, Segretario Provinciale del Pd di Avellino, che ha portato all’attenzione la questione dei «progetti di spesa al di sopra dei 5 milioni», questione spinosa che si protrae ancora oggi per via della «mascalzonata di Caldoro». In seguito, il segretario ha anche ricordato l’importanza della forestazione, che «deve diventare una questione politica, non solo opportunismo da campagna elettorale». In conclusione, De Blasio ha affermato che «gli obiettivi si raggiungono che si va tutti nella stessa direzione».
Si è concentrato invece sull’agricolutra l’intervento di Corrado Martinangelo, Segretario Particolare del Mipaaf, che ha affermato sin da subito che «ci troviamo davanti ad alcune scelte che sono state fatte e che dobbiamo correggere», ricordando che «sull’agricoltura ci vuole una strategia, la Programmazione di Sviluppo Rurale è uno strumento per applicarla» e che quest’ultimo «va rimodulato e vanno fatti scegliere ai territori gli strumenti per realizzarlo».
Ha preso poi la parola Vanni Chieffo, Presidente GAL Irpinia, secondo cui «l’accelerazione della spesa è stata un tranello della precedente amministrazione regionale», il cui operato causerà «la restituzione di oltre 2 miliardi di euro». Ma ciò che interessa davvero Chieffo è fare un appello alle giovani generazioni, cosa che gli riesce sottolineando come proprio l’agricoltura abbia aiutato l’Irpinia a risollevarsi economicamente: «20 anni fa l’Irpinia era in una povertà unica ma abbiamo ridisegnato la produzione agricola del territorio anche grazie all’innesto delle nuove leve».
Giunge quindi il turno del Sindaco di Montemarano, Beniamino Palmieri, uno dei pochi primi cittadini a poter vantare di essere riuscito a completare l’accelerazione della spesa per la scadenza del 31 ottobre «con due milioni e mezzo di euro che useremo per il rifacimento della rete idrica». Secondo Palmieri, quando si parla di fondi europei «siamo abituati per mentalità all’approssimazione, che in un mercato globale assai competitivo non ci porta da nessuna parte», specie «finché la logica sottostante l’uso dei fondi è far lavorare le imprese ma non creare sviluppo.
Breve ma interessante è stato l’intervento di Michele Masulli, Responsabile Nazionale dei Giovani Democratici Europa ed Esteri, che ha messo in chiaro che «la nostra sfida è non ripetere gli errori della precedente amministrazione». Dulcis in fundo, l’intervento dell’europarlamentare Pd Andrea Cozzolino, secondo cui, poiché a causa della cattiva amministrazione Caldoro molti fondi della programmazione 2007-2014 andranno persi, potrebbero essere spesi in altro modo: «poiché c’è un’emergenza umanitaria, usiamoli per l’accoglienza», ma lo stesso Cozzolino ha anche rilevato che, in merito, «è difficile convincere gli amministratori locali».
Per Cozzolino «dobbiamo darci nuovi obiettivi di sviluppo del territorio». Secondo l’europarlamentare, vista l’instabilità dei Paesi del Mediterraneo, «nei prossimi mesi si sposteranno milioni di persone nelle nostre zone turistiche», ragion per cui «attrezzando opportunamente le aree interne, potremmo uscire dal problema della stagionalità della zona costiera». Cozzolino ritiene che sia «venuto il momento di andare oltre l’ordinaria amministrazione. Dobbiamo osare un po’ di più» e bisogna farlo attraverso «la riorganizzazione della vita democratica della Regione e il ripensamento del fondo sociale».
Soprattutto sul secondo punto, per Cozzolino è inutile continuare come si è fatto finora perché «è quel meccanismo che non funziona» e similmente bisognerebbe riprogettare Garanzia Giovani, che «non ha funzionato granché, specie perché ha tagliato fuori un pezzo di gioventù enorme: quella non scolarizzata dei grandi quartieri popolari, che non ha prospettiva e che rischiamo di perdere definitivamente». Per l’europarlamentare è fondamentale che non ci si accontenti «del lavoro ordinario nei prossimi mesi» perché «bisogna far muovere la Campania e così smuovere un pezzo rilevante del Mezzogiorno», farlo crescere economicamente e creare sviluppo insomma. «Questo ci hanno chiesto i cittadini con il voto di maggio», conclude l’europarlamentare.