“Un miglio nelle mie Scarpe”, da Londra ad Avellino, tifando per il cambiamento
Aprirà il 4 Settembre, a Londra, prossimo l' Emphathy Museum, uno spazio dedicato all'ascolto dei racconti di vita altrui
Avellino – Mentre in Italia è sempre in voga il gusto della gogna mediatica e resta radicata una certa anti cultura dell’io, come dispensatore di verità, un’incantevole idea di civiltà arriva dall’Inghilterra. Aprirà, infatti, il 4 Settembre prossimo l’ “Emphathy Museum”, ossia uno spazio in cui le persone indosseranno letteralmente scarpe altrui e, camminando lungo il Tamigi, ascolteranno, attraverso delle cuffie le loro storie. Non stupisce che il progetto sia nato proprio nella capitale anglosassone, nella quale c’è proprio un’espressione proverbiale che si riferisce alla necessità di “calzare” scarpe altrui, prima di formulare qualunque giudizio sugli altri. E’ l’equivalente italiano del provare a vestire i panni altrui, prima di sentenziare, ma che, spesso, nel nostro Paese non resta che un detto.
Non sorprende neanche che con l’era di facebook, individuato come il mezzo più sintomatico di uno stucchevole individualismo, ad alcuni dei principali esponenti della cultura di Londra sia venuto in mente di trasformare una metafora in una suggestiva e umanissima realtà. Un invito a uscire dalla rete nella rete del social network, a scivolare fuori dalle trame intricate del pregiudizio e della costruzione artificiosa, per “sentire” (traducendo alla meglio una delle più belle parole del mondo greco) vissuti lontani dal proprio, distanti dalle pseudo regole della digitazione e delle immagini “su misura”.
La grandezza del Museo dell’Empatia, però, si schiude nella decisione di renderlo itinerante, per cui Londra sarà, come giusto che sia, la tappa madrina del progetto, e poi si avvierà il tour mondiale, con lo scopo di provare a spargere il seme del cambiamento nelle nostre comunità. Così immagino già una passeggiata lungo il Tevere, con le cuffie che riproducono storie di invisibili, di incompresi, di emarginati ed esclusi. Storie di persone in carne ed ossa, di gente come noi, la cui vita, semplicemente, segue un corso diverso, non per questo nettamente opinabile.
Immagino la mia città, se avesse davvero il coraggio di mutarsi, con i ragazzi che camminano per le strade e nelle piazze, ascoltando quelle vite che, il più delle volte, hanno giudicato senza conoscere, quelle persone a cui, in più occasioni, si sono riferite con epiteti non veritieri. Un attimo in meno a sentire l’eco della propria voce e un attimo in più a prestare l’orecchio al suono delle parole altrui. E’ così che si fa strada a un mondo più solidale e incline all’evoluzione, che non può essere solo paradigma di nuove tecnologie. Il sentimento deve essere la nuova missione della ricerca e della sperimentazione. E’ il sentimento che muove, per esempio, il bisogno di trovare cura alle malattie, e, allora, dovrebbe essere il sentimento a diventare il fine di ogni esplorazione umana.
Deponiamo aforismi, foto e commenti alla Pomeriggio Cinque ed esportiamo l’Empatia!
di Francesca Contino