19 luglio 1992…per non dimenticare

Un caldo pomeriggio di 23 anni fa si scrisse una delle pagine più nere della storia. L'Italia intera pianse un eroe che con estremo coraggio sfidò la Mafia...Paolo Borsellino ucciso con 90 chilogrammi di tritolo. "Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa Mafia svanirà come un incubo"

paolo-borsellino-okAvellino – Era un caldo pomeriggio di 23 anni fa, quando il magistrato Paolo Borsellino si recò a fare visita alla madre in via D’Amelio a Palermo. Era ormai una consuetudine…la domenica  si ritagliava del tempo alla  sua vita frenetica,  fatta di  numerosi impegni, per dedicarlo alla donna che l’aveva messo al mondo. Quel 19 luglio però, proprio sotto quel portone, ad aspettarlo c’era il suo tragico destino nascosto in una Fiat 126 rubata e caricata con 90 chilogrammi di esplosivo. Un congegno mortale telecomandato a distanza.

Non fece neanche in tempo a suonare il citofono che via D’Amelio divenne il simbolo di una delle pagine più nere della storia italiana e sopratutto della lotta alla criminalità organizzata. Oltre Borsellino persero la vita  cinque uomini della scorta. L’unico sopravvissuto fu Antonio Vullo, risvegliatosi in ospedale in gravi condizioni.

“Il Giudice e i miei colleghi erano già scesi dalle auto, io ero rimasto alla guida, stavo facendo manovra, stavo parcheggiando l’auto che era alla testa del corteo. Non ho sentito alcun rumore, niente di sospetto, assolutamente nulla. Improvvisamente è stato l’inferno. Ho visto una grossa fiammata, ho sentito sobbalzare la blindata. L’onda d’urto mi ha sbalzato dal sedile. Non so come ho fatto a scendere dalla macchina. Attorno a me c’erano brandelli di carne umana sparsi dappertutto”, il tragico ricordo di Vullo. 

Da lì seguirono processi, interrogatori, confessioni e ritrattazioni, fino ad arrivare alla squallida trattativa Stato – Mafia. Una matassa che ancora oggi non è stata sciolta.

Politica e Mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la  guerra o si mettono d’accordo“.

Paolo Borsellino, Giovanni Falcone due nomi, due guerrieri che hanno sfidato faccia a faccia  Cosa Nostra, senza paura, senza un attimo di esitazione. E con lo stesso coraggio hanno sfidato lo Stato. Già lo Stato…che per proteggere i suoi interessi da vittima si è trasformato in spietato carnefice. Lo stesso motivo per cui la storia non cambia e mai cambierà.

 ”Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola“. 

Ma la Mafia che cos’è? La Mafia sono quei bei volti che appaiono ogni giorno in primo piano in televisione dicendo di proteggerci, la Mafia il più delle volte sono gli stessi a cui diamo il voto, la Mafia è chi dice che ama l’Italia, ma poi le  volta le spalle con totale indifferenza. ..la Mafia è l’omertà, la Mafia è chi  non dà valore alle persone, alla vita, a nulla. E infine, la Mafia è chi, nonostante tutto, si fa beffa di Borsellino e Falcone.

Beh si, nel cosiddetto nostro “Paese civile” accade ancora questo.  

Lucia Borsellino? Va fatta fuori come suo padre“, la frase che Matteo Tutino, ex primario di chirurgia plastica dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, avrebbe rivolto al governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, riferendosi alla figlia di Paolo Borsellino. Il governatore ha risposto con il silenzio. Questa è la Mafia. 

Mi uccideranno ma non sarà una vendetta della Mafia, la Mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri“. 

 

Source: www.irpinia24.it