AVELLINO – Un Enzo De Luca tranquillo, quello che stamattina ha incontrato la stampa per fare il punto della situazione su quanto accaduto nelle ultime elezioni per l’elezioni del Presidente alla Regione Campania.

«Vorrei iniziare con lo scusarmi con tutti i giornalisti che in questi giorni hanno cercato di reperirmi e non sono riusciti a farlo. Ho preso la decisione di non rilasciare interviste, affinché, non venissero travisate le mie parole. Voglio che tutti capiscono la gioia che ho ricevuto nel riscontrare alle urne un favore netto per il Partito Democratico. Sono sinceramente felice per Rosetta D’Amelio, a cui ho immediatamente rivolto i miei più sinceri auguri, ma voglio sottolineare che qualora avessi voluto fare un discorso egoistico ora non mi troverei qui, bensì in Parlamento.

Il mio è ed è sempre stato un impegno di servizio – prosegue il Senatore De Luca – non ho mai fatto politica con l’ossessione dell’affermazione personale e anche quando mi sono trovato di fronte ad atteggiamenti simili non ho mai fatto la guerra a nessuno. Anzi voglio dire a tutti i presenti che secondo la mia visione politica, non dobbiamo parlare di vittorie e sconfitte ma di volere dei cittadini.

Tutto il Pd, non le singole coalizioni devono lavorare in sinergia per portare in alto l’onore della nostra politica. Se le persone ci hanno scelto, vuol dire che hanno rimesso il loro futuro nelle nostre mani. Per questo motivo io non sono più disposto a delegare rappresentanze istituzionali, credo che sia giunto il momento che ognuno si prenda le proprie responsabilità».

Infine, l’ex Senatore De Luca, o come da lui stesso corretto il Senatore (“Vorrei ricordare a tutti i giornalisti che come scritto nella Costituzione, non si diventa ex Senatori ma lo si è sempre” Ndr) ha volto un pensiero su De Mita: «Con la vittoria del Pd Renzi deve ringraziare Vincenzo De Luca. Però, a sua volta De Luca deve ringraziare De Mita. Con quest’ultimo – conclude Enzo De Luca –  ho avuto degli scontri fortissimi, a differenza di tante persone che gli camminano sottobraccio pur avendone parlato male».   

Print PDF