Cento anni di storia per i Convitti
Il Convitto partecipa al convegno di Montecitorio
Il giorno 15 ottobre, dalle ore 15, presso la Sala della Lupa in Montecitorio, a Roma, si è svolto il Convegno “Cento anni di storia delle Istituzioni Educative Statali”. Il Rettore del Convitto Nazionale di Avellino, Dirigente Scolastico, Prof. Attilio Lieto, con il suo staff, ha preso parte attiva alla manifestazione, nata per celebrare i 100 anni dal Regio Decreto 2009, del 1° settembre 1925, di istituzione dei Convitti Nazionali in Italia, una tipologia di Scuola, che, come ha tenuto a sottolineare l’Onorevole Roberto Traversi, segretario della Presidenza della Camera, consente di riflettere sul ruolo dell’educazione pubblica, libera e di qualità. I Convitti affondano le loro radici nel periodo preunitario, riuscendo da sempre a conciliare un’istruzione di qualità a servizi di assistenza scolastica, con progetti ludici e culturali di altissimo livello. Nati inizialmente come scuola d’élite, finalizzati ad assicurare una formazione adeguata alla classe dirigente, oggi sono pienamente integrati all’interno del sistema di istruzione pubblica, promuovendo i valori della vita comunitaria, perseguendo una mission e una vision capaci di coniugare innovazione e tradizione.
Al Convegno ha preso parte il direttivo dell’A.N.I.E.S. (Associazione Nazionale Istituzioni Educative Statali), di cui il Rettore Lieto è parte attiva. Come ha sottolineato la Presidente, prof.ssa Annamaria Zilli, i Convitti sono ‘avamposti pedagogici’, in un tempo di solitudine e frammentazione sociale; il modello convittuale offre una risposta concreta al compito civile di custodire la memoria, che non deve essere solo nostalgia, laudatio temporis acti, ma linfa per un serio rinnovamento. Si tratta quindi di Comunità educative che hanno sempre uno sguardo al passato, ma sanno anche proiettarlo al futuro, in linea con la migliore tradizione europea, in cui lo studio si intreccia con la realtà quotidiana, favorendo la crescita personale, la responsabilità e la socializzazione. La forza sta sicuramente nella dimensione comunitaria e nel radicamento nel territorio, come ha ben sottolineato il Rettore Lieto, che si è detto molto soddisfatto del suo primo biennio alla Dirigenza dell’Istituzione avellinese, durante il quale ha voluto che gli studenti salissero in cattedra per “fare Memoria”, al di là di banalizzazioni, di particolarismi e di semplificazioni di sorta. Occorre saper usare al momento opportuno nella vita di tutti i giorni i contenuti disciplinari appresi a scuola; soltanto così si potrà essere concretamente “custodi della memoria” e “cittadini attivi”, veramente testimoni di una humanitas nel senso etimologico del termine. Gli studenti divengono i diretti interlocutori delle Autorità territoriali, in un percorso condiviso, fatto di emozioni, impegno e dedizione. Si realizza così una sorta di Public History: la storia esce dalle aule e dai libri scolastici, coinvolgendo la città in modo attivo, portando le conoscenze nella società, valorizzando il patrimonio culturale e la partecipazione attiva. Da questo processo educativo continuo, annuale, da settembre a giugno, nasce una diversificata attività, che pone al centro l’apprendimento significativo, le relazioni interpersonali, il rispetto reciproco, la difesa delle norme del vivere civile, la cultura della legalità e il rispetto delle regole del vivere insieme, la tutela della donna e della vita, al fine di sviluppare la capacità di riconoscere e di contrastare i fenomeni di prevaricazione, di violenza e di corruzione. È quanto succede ogni anno anche alle Miniconvittiadi, ormai alla XV edizione, un patrimonio di ricordi, esperienza e fair play, in cui si mescolano la passione degli educatori, che le sognano, le realizzano e le curano, con l’entusiasmo di alunni e genitori.