Suicidi in carcere

Capece: "Non si specula sulle tragedie"

pexels-ron-lach-10475037“Può piacere o non piacere, ma la comunicazione alla stampa del Ministro della Giustizia Carlo Nordio sul numero dei suicidi in carcere altro non è che la rispondenza dei dati sulla serie storia del numero dei detenuti che si sono tolti la vita durante la detenzione. E, come dice il Guardasigilli, è esattamente così come è stato rappresentato. Questi numeri non sono “contro-narrazione”, come l’ha definito qualcuno, ma, ripeto, dati oggettivi. Poi, certo, siamo i primi a dire che ogni morte in carcere è una sconfitta per lo Stato”. Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del SAPPE, commentando le polemiche che hanno seguito alcune dichiarazioni del Ministro della Giustizia sul numero dei suicidi.

È sempre doloroso, per chi lavora nel mondo penitenziario, trovarsi di fronte a simili tragedie che lasciano un senso di impotenza e di profonda amarezza. Ma ancora una volta, siamo costretti a sottolineare quanto la questione del disagio psichico e del rischio suicidario all’interno degli istituti penitenziari rappresenti una vera emergenza nazionale. E i detenuti si sono suicidati e si suicidano indipendentemente da chi è al Governo: destra, sinistra, centro, tecnici o ‘presunti’ migliori. I detenuti in carcere, purtroppo, si sono suicidati anche quando c’erano altri Garanti dei detenuti, anche con doppio mandato, ma nessuno si scandalizzava allora…”, prosegue il leader del SAPPE: “La Polizia Penitenziaria, pur con abnegazione e professionalità, continua a operare in condizioni di costante tensione, spesso in solitudine operativa e senza gli strumenti idonei per affrontare adeguatamente situazioni così complesse, nonostante abbiamo apprezzato molto, ed apprezziamo, quel che il Governo ha fatto per il Corpo di Polizia Penitenziaria, sia in termini di assunzioni che di modifiche normative a favore dell’operatività dei Baschi Azzurri”.

“I suicidi in cella, oltre a costituire una sconfitta per lo Stato, segnano profondamente i nostri Agenti che devonointervenire”, prosegue. “Si tratta spesso di agenti giovani, lasciati da soli nelle sezioni detentive, per la mancanza di personale. Il suicidio rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Servirebbero anche più psicologi e psichiatri, vista l’alta presenza di malati con disagio psichiatrico. Spesso, anche i detenuti, nel corso della detenzione, ricevono notizie che riguardano situazioni personali che possono indurli a gesti estremi”

Capece richiama il discorso di fine anno dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e le sue indicazioni per superare l’emergenza penitenziaria: È vero: sono inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale di Polizia penitenziaria, impegnato “H24” nelle sezioni detentive e i cui appartenenti sono sempre più vittime di aggressioni e atti violenti dalla parte minoritaria della popolazione detenuta più refrattaria a rispettare l’ordine e la sicurezza anche durante la carcerazione. Ma nei nostri istituti di pena, anche per minori, si può e si deve “potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine”. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo”. Il leader del SAPPE conclude evidenziando che “i peculiari compiti istituzionali del Corpo di Polizia Penitenziaria sono richiamati nel motto del nostro Stemma araldico: ”Despondere spem munus nostrum (garantire la speranza è il nostro compito)iscritto nella lista d’oro alla base dello stemma. Proprio garantire la speranza è un nostro dovere istituzionale, che le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio, nelle carceri per adulti e minori della Nazione, con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato”.

Source: www.irpinia24.it