Codici: bollette usate per salvare Alitalia
L’associazione denuncia gli utilizzi impropri dei fondi CSEA e annuncia azioni per il recupero delle somme e la difesa dei consumatori
La gestione dei fondi della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA) è una ferita aperta nel bilancio delle famiglie e delle imprese italiane, che si traduce in costi sempre più elevati in bolletta. Questo il giudizio dell’associazione Codici, che denuncia con forza l’ennesimo scandalo che vede dirottare le risorse degli oneri di sistema, pagati da tutti i cittadini in bolletta, per ripianare i buchi neri di settori completamente estranei all’energia, come il caso Alitalia. Una pratica che, oltre ad essere eticamente discutibile, è stata più e più volte bocciata dalle autorità europee.
“Siamo di fronte ad un film già visto e purtroppo con un finale annunciato a spese dei cittadini – dichiara Massimiliano Astarita, Responsabile del settore Utility di Codici –. I documenti parlano chiaro: milioni e milioni di euro prelevati dai conti della CSEA per finanziare Alitalia. Nel 2018, ad esempio, sono stati dirottati ben 900 milioni di euro, e nel 2021 altri 650 milioni, specificamente destinati a coprire misure di sostegno alla compagnia aerea, come previsto dal cosiddetto ‘Decreto Alitalia’. A questi si aggiungono 135 milioni di euro all’anno per disposizioni di leggi finanziarie passate, nel 2005 e 2006, totalmente estranee al settore energetico. Non solo: il Decreto-legge n. 98 del 9 giugno 2016 ha previsto il trasferimento di 100 milioni di euro all’anno per le procedure di cessione dei complessi aziendali del Gruppo Ilva. Ed ancora, la legge n. 221 del 2012 ha disposto il versamento di 29 milioni di euro, mentre più recentemente il Decreto-legge n. 130 del settembre 2021 ha previsto l’utilizzo di 300 milioni di euro da un fondo per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale, da versare al Bilancio dello Stato. È un salasso inaccettabile che incide direttamente sulle bollette, riducendo la capacità della CSEA di mitigare le oscillazioni dei prezzi e proteggere i consumatori. La stessa Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha segnalato al Parlamento e al Governo che tali prelievi dalle disponibilità finanziarie della CSEA ‘riducono la flessibilità finanziaria necessaria a modulare gli oneri generali di sistema, con possibile impatto negativo sui prezzi dell’energia per famiglie e imprese’. Un allarme che, evidentemente, è rimasto inascoltato, con l’ulteriore rischio di riduzione dei proventi finanziari per la CSEA a causa del differenziale tra gli interessi bancari e il rendimento offerto dal conto di Tesoreria centrale”.
La gravità della situazione è ulteriormente amplificata dalle recenti decisioni della Commissione Europea. “Le sentenze europee sono inappellabili e confermano quanto denunciamo da tempo – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –. La Commissione Europea ha dichiarato illegittimi e incompatibili con il mercato interno ben due prestiti statali concessi ad Alitalia: quello del 2017 per un totale di 900 milioni di euro ed un altro del 2019 per 400 milioni di euro. La motivazione è chiara e inequivocabile: l’Italia ha agito come ‘autorità pubblica per salvare Alitalia dal fallimento e mantenerla in attività’ e non come un ‘investitore in un’economia di mercato’. Di conseguenza, è stato imposto il recupero di questi aiuti, comprensivi di interessi, al fine di ‘ristabilire la situazione esistente sul mercato interno prima della loro concessione’. Tutto questo si traduce in un danno enorme per le casse pubbliche e per i cittadini, che si trovano a pagare non solo per un servizio che non era competitivo, ma anche per decisioni politiche miopi. Ci troviamo di fronte a un sistema che drena risorse vitali, destinate per legge al supporto di settori strategici come le fonti rinnovabili, l’efficienza energetica, il risparmio energetico, le agevolazioni per imprese energivore, il decommissioning degli impianti elettro-nucleari, la ricerca del sistema energetico ed i bonus sociali, per tappare falle create altrove. È una pratica che alimenta contenziosi e incertezze, come dimostrano le numerose attività di recupero e contenziosi in corso relativi a investimenti in efficienza energetica, in parte non rimborsati per indisponibilità di fondi o a causa di contenziosi amministrativi. Chiediamo un cambio di rotta immediato e deciso: basta con i prelievi impropri dagli oneri di sistema e un’azione concreta per recuperare le somme illegittimamente erogate. I consumatori non possono continuare a fare da bancomat per gli errori di gestione e le scelte politiche sbagliate”.
L’associazione Codici annuncia che intende promuovere un’azione legale per chiedere il recupero delle somme trasferite in modo illecito o improprio a danno dei consumatori e delle imprese.