Risarcimenti in ombra

Solo il 50% delle Asl fornisce dati chiari

Foto Di Monda e ColettaSolo il 50% delle aziende sanitarie italiane ha risposto in modo esaustivo alle richieste di accesso agli atti, formulate dall’associazione Fulop, da anni impegnata in campagne di informazione e prevenzione sulle infezioni ospedaliere e sull’antibiotico-resistenza, relative al numero di eventi da malpractice sanitaria verificatisi nelle Regioni e Province autonome, con i relativi costi sostenuti dalle aziende sanitarie locali, aziende ospedaliere e istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), in ordine ai risarcimenti danni erogati e alle spese processuali sostenute e liquidate ai procuratori delle parti ricorrenti tra il 2019 e il 2023. Su un totale di 192 richieste di accesso giunte alle strutture sanitarie pubbliche e private, 156 sono le risposte registrate dall’associazione Fulop di cui 88 ritenute complete e attendibili. Sono 36 le strutture che non hanno fornito riscontro.

Dai numeri che stiamo analizzando – dichiara l’avvocato Eleonora Coletta presidente dell’Osservatorio Fulop - emerge un primo dato relativo al rapporto tra il numero dei ricoveri ospedalieri (7mln annui circa) e numero dei sinistri (15.000 circa) che denota uno straordinario impegno di medici e infermieri nell’assistere i pazienti. Tuttavia il numero dei risarcimenti assume proporzioni sempre più insostenibili per il nostro sistema sanitario nazionale con diversi miliardi di euro che potrebbero essere investiti nel miglioramento di strutture e assistenza”.

Ridurre gli sprechi è possibile – aggiunge Raffaele Di Monda presidente dell’associazione Fulop – e si può fare partendo, ad esempio, dal rispetto della ‘Legge Gelli’ che impone norme precise in materia di trasparenza e sicurezza. Oltre il 50% degli accessi non ha trovato riscontro su questi punti. Il secondo tema, a noi caro, riguarda le infezioni correlate all’assistenza (ICA) che incidono sul totale dei sinistri per il 30%, dato che impone al management delle strutture sanitarie di rivedere la loro organizzazione attuando misure di controllo efficaci e applicando adeguate misure precauzionali. Serve poi una maggiore attenzione sui comitati di valutazione interna delle strutture per le conciliazioni che eviterebbero aggravi inutili di spese. Bisogna infine provare a ridurre il contenzioso alleggerendo la concentrazione di giudizi e offrendo più garanzie ai medici”.

Source: www.irpinia24.it