Re-Food fa tappa a Pimonte per valorizzare i sapori dei Monti Lattari

Il 19 giugno primo workshop del progetto Rural Food Revolution con istituzioni, esperti e produttori locali

Re-food PimonteSarà Pimonte, con il suo straordinario patrimonio agroalimentare, ad accogliere il primo workshop tematico del progetto Rural Food Revolution – RE FOOD, promosso dal GAL Terra Protetta nell’ambito della Strategia di Sviluppo Locale del PSR Campania 2014–2022. L’appuntamento è per giovedì 19 giugno, alle ore 18.30, presso la Sala Convegni del Museo Multimediale dei Monti Lattari in piazza Roma, 15.

Il workshop tematico, dal titolo “Viaggio nei sapori autentici di Pimonte: eccellenze locali da conoscere e valorizzare”, sarà dedicato alla riscoperta dei quattro PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) simbolo del territorio: Caciotta di capra dei Monti Lattari, Pomodorino Cannellino di Pimonte, Castagna del Monte Faito e Ciliegia di Pimonte.

Una riflessione ampia, condivisa e partecipata per dare nuovo impulso alla valorizzazione di produzioni antiche e identitarie, che rappresentano un patrimonio culturale, agricolo e paesaggistico di inestimabile valore.

Istituzioni ed esperti per promuovere le eccellenze di Pimonte

Ad aprire i lavori saranno le rappresentanze istituzionali locali e regionali, insieme al management del GAL. Interverranno:

  • Francesco Somma, sindaco di Pimonte
  • Annalisa Starace, assessore all’Agricoltura e al Bilancio
  • Rosanna Lavorgna, Responsabile Regionale TI 19.3.1
  • Giuseppe Falco, Responsabile Regionale M19
  • Giuseppe Guida, Presidente del GAL Terra Protetta
  • Gennaro Fiume, Coordinatore del GAL Terra Protetta

Il workshop ospiterà inoltre contributi specialistici, come quello di un cultore della materia, il prof. Raffaele Palumbo, del Dipartimento di Scienze del Turismo dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, e quello della tecnologa alimentare Elena Vuolo, esperta di valorizzazione delle filiere locali, che offrirà un breve approfondimento sui principali aspetti nutrizionali legati ai prodotti protagonisti dell’incontro, evidenziando i benefici che il loro consumo può apportare al benessere e alla dieta mediterranea.

A moderare i lavori sarà ancora il giornalista Gennaro Cirillo, direttore de il Gazzettino Vesuviano.

Le eccellenze da tutelare e promuovere

I protagonisti assoluti dell’incontro saranno i quattro prodotti tradizionali del territorio di Pimonte riconosciuti dalla Regione Campania:

  • La Caciotta di capra dei Monti Lattari, conosciuta anche come caciotta ‘e zi’ Maria, è un formaggio fresco o brevemente stagionato, dalla forma caratteristica a tronco di cono o doppio tronco di cono. Viene prodotta con il pregiato latte delle capre napoletane, una razza autoctona oggi a rischio estinzione che pascola ancora in stato semibrado sulle pendici dei Monti Lattari. Gli antichi romani chiamavano queste montagne Montes Lactarii, proprio per la ricchezza di latte che offrivano grazie alla presenza di questi animali. La caciotta si distingue per la sua leggerezza, il basso contenuto calorico, il sapore dolce e delicato e la sua versatilità culinaria: è ideale come ripieno per la pasta fresca, come accompagnamento a salumi o verdure e per la preparazione di piatti della tradizione locale.
  • Il Pomodorino Cannellino di Pimonte è coltivato manualmente con tecniche antiche che prevedono l’utilizzo di pali di castagno locale e fili per il sostegno. La pianta produce frutti di forma ovale allungata, privi di apice stilare, di colore verde con la tipica “spalla” scura alla base del peduncolo che si trasforma in un rosso vivo a maturazione. Testimonianze storiche ne attestano la coltivazione fin dall’inizio dell’Ottocento, e ancora oggi viene raccolto a mano tra luglio e agosto per la produzione di conserve casalinghe e per la ristorazione d’eccellenza. È apprezzato per il sapore intenso, la buccia sottile e la polpa compatta, caratteristiche che lo rendono perfetto anche per il consumo fresco e per la trasformazione.
  • La Castagna del Monte Faito, nota anche come Castagna di Cepparico o Marroncino del Faito, è un frutto che si raccoglie tra settembre e ottobre sulle alture boschive che circondano i comuni di Castellammare di Stabia, Pimonte e Lettere. La pianta, vigorosa, germoglia a maggio e fiorisce a giugno. I ricci sono grandi, chiari e contengono due o tre frutti marroni con strie rossastre e una polpa bianca e dolce. Oltre ad essere consumate fresche, le castagne sono protagoniste di numerose ricette dolciarie della tradizione locale, dalle torte rustiche ai dolci al cucchiaio, diventando così un vero simbolo dell’autunno nei Monti Lattari.
  • La Ciliegia di Pimonte è un ecotipo locale probabilmente derivato dalla varietà detta Pagliaccia o Pallaccia. Si distingue per la pezzatura grossa, la forma tondeggiante, il peduncolo lungo e la buccia rosso scuro. La polpa soda e succosa, poco aderente al nocciolo, offre un sapore eccellente. Matura tra fine giugno e la prima decade di luglio e viene raccolta manualmente, spesso con l’ausilio di scale molto alte per raggiungere i rami delle piante più vigorose. Pur non essendo coltivata su larga scala in impianti specializzati, la sua alta qualità organolettica la rende molto ricercata nei mercati locali e nelle produzioni artigianali.

Questi quattro prodotti incarnano l’identità del territorio pimontese e dei Monti Lattari nel loro insieme, e rappresentano il cuore della riflessione che animerà il workshop tematico: un viaggio tra saperi antichi e nuove prospettive di valorizzazione agroalimentare.

L’obiettivo è rafforzare la consapevolezza identitaria legata a questi prodotti, sostenere la loro tutela e favorire una loro integrazione con il sistema turistico e ricettivo locale.

Il progetto Rural Food Revolution – RE FOOD, promosso dal GAL Terra Protetta insieme ad altri 10 GAL campani e coordinato dal GAL Cilento, punta a valorizzare i sistemi alimentari tipici delle aree rurali. Finanziato attraverso la Misura 19.3 (Tip. 19.3.1) del PSR Campania, promuove il binomio Prodotto/Territorio come leva di sviluppo sostenibile creando una serie di reti tra produttori, operatori turistici e istituzioni.

Tra i temi chiave su cui si fonda il progetto, particolare attenzione sarà riservata allo sviluppo e all’innovazione delle filiere produttive locali, con l’obiettivo di rafforzare le economie rurali attraverso pratiche sostenibili e reti territoriali. Accanto a questo, la tutela della biodiversità diventa un elemento centrale per valorizzare le varietà autoctone e gli ecosistemi agrari tradizionali. Il progetto mira inoltre a migliorare la qualità della vita nelle aree rurali, promuovendo nuove opportunità occupazionali e servizi per le comunità locali. Infine, l’integrazione tra paesaggio, cultura e agricoltura rappresenta una strategia trasversale, volta a restituire centralità ai territori attraverso una visione unitaria che coniughi identità, bellezza e sviluppo.

Ogni GAL realizza azioni locali personalizzate, affiancate da eventi promozionali condivisi su scala regionale e nazionale.

Nel territorio del GAL Terra Protetta sono diverse le azioni concrete messe in campo:

  • Integrazione tra la filiera agrumicola e il sistema turistico-ricettivo
  • Costruzione del brand territoriale attraverso percorsi di storytelling, visual e talk
  • Campagne di sensibilizzazione per cittadini, giovani e operatori
  • Organizzazione di eventi promozionali: showcooking, workshop, laboratori esperienziali

Queste azioni saranno finalizzate alla promozione del marchio condiviso e alla valorizzazione dell’identità territoriale.

Al termine del workshop è previsto un coffee break conviviale con degustazione di prodotti tipici locali, bevande fresche e snack. Un momento di socialità e confronto tra esperti, produttori e stakeholder per continuare il dialogo iniziato con il primo workshop della scorsa settimana.

Il 19 giugno a Pimonte sarà dunque un’altra tappa fondamentale per far incontrare innovazione, tradizione e territorio, nel segno di una ruralità consapevole e di qualità che guarda al futuro ma affonda le radici nella storia più autentica dei Monti Lattari.

Source: www.irpinia24.it