Sabino Morano: nasce il team Giambattista Vico
La battaglia culturale e metapolitica parte dall'Irpinia

Vico visse in una Napoli variopinta, in cui cercava di calare l’ideale nel reale o, come egli disse, «la repubblica di Platone nella feccia di Romolo». La sua era una visione ciclica di storia, ove regnava l’idea della Provvidenza che agisce nel mondo e nel tempo, soccorre l’umanità e guida gli uomini anche a loro insaputa.
Egli non riusciva a immaginare una società che non si fondasse sulla famiglia e sul suo riconoscimento simbolico: tutte le nazioni «hanno qualche religione, tutte contraggono matrimoni solenni; tutte seppelliscono i loro morti». Ma il culto dei morti, l’educazione religiosa e le nozze ruotano intorno alla famiglia, centro dell’universo carnale e spirituale della società, comunità inestirpabile e rifugio estremo, per la quale Vico è pronto a umiliarsi e a sacrificarsi, a mettere da parte ogni orgoglio e superbia.
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