Di Giacomo (S.PP.) – “Su braccialetti elettronici e impossibilità di costruire nuove carceri”
"Da Ministro Nordio uscite estemporanee e di cattivo gusto"
“Le ultime uscite del Ministro Nordio sui braccialetti elettronici con l’invito alle donne che rischiano aggressioni ad autodifendersi mettendosi in salvo in chiesa o in farmacia e sulla impossibilità di costruire nuovi istituti penitenziari potrebbero essere semplicemente bollate come estemporanee e di cattivo gusto se non fossero riferite ad un aspetto serissimo, unico e il più grave dell’emergenza carceri che è il sovraffollamento che pure i braccialetti elettronici vorrebbero ridimensionare”. Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.PP. che aggiunge: “in particolare sul problema del sovraffollamento delle carceri il Ministro Nordio nel giro di poco tempo è passato dalla ristrutturazione di ex caserme militari alle celle container sino alla impossibilità di costruire nuovi istituti penitenziari. È la riprova che rispetto alla necessità da tutti sostenuta di predisporre un vero e proprio piano di edilizia carceraria si brancola nel buio e l’unico che non se ne rende conto è proprio il “surreale” Ministro”. Per il segretario S.PP. “trovare a pretesto vincoli geologici, architettonici e addirittura culturali che impedirebbero di costruire nuove strutture nel nostro Paese è francamente un’operazione di giustificazione davvero difficile da sostenere perché altrimenti non si capirebbe come mai nuove caserme per Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza in fase di realizzazione sul territorio nazionale invece diventano possibili. Piuttosto si preferisce ricorrere a soluzioni estemporanee come nel caso delle celle-container che produrrebbero uno spreco di denaro perché oltre 80 milioni di euro potrebbero garantire appena 380 posti-cella che corrisponde più o meno al numero di ingressi in carcere di nuovi detenuti ogni mese. I problemi resteranno gli stessi soprattutto quelli del sovraffollamento che in alcuni istituti è superiore al 130 per cento della disponibilità reale. Evidentemente e a riprova dello stato confusionale esistente anche la strada delle ex caserme è stata abbandonata in fretta, mentre i soldi (36 milioni) per l’operazione del “carcere” in Albania sono stati trovati dal Governo con grande rapidità. L’edilizia penitenziaria– dice ancora il segretario del Sindacato di Polizia Penitenziaria – ha bisogno di un serio piano di interventi a breve e medio termine soprattutto negli istituti che hanno oltre un secolo di vita oltre alla priorità da dare alle assunzioni di nuovo personale penitenziario per garantire il rispetto del regolamento carcerario “calpestato” dalle continue aggressioni e violenze agli agenti e di assistenza psicologia e sanitaria e se realmente si vuole mettere fine ai suicidi di detenuti, già 31 dall’inizio dell’anno”.