Grottaminarda Diritti Negati

La denuncia del MID: “La scuola allo stesso bimbo un anno fa aveva negato il banchetto, poi alla madre di poter entrare insieme al proprio bimbo e accompagnarlo, oggi la storia si ripete ancora con la gita scolastica”

Movimento-Italiano-Disabili-e1637848547790-300x199Solo pochi mesi fa il M.I.D., coordinato da Giovanni Esposito, si era interessato della storia e vicenda di un bimbo di Grottaminarda al quale la scuola aveva negato un banchetto donato successivamente da noi e consegnato insieme al giornalista Enzo Costanza e all’Associazione Alta Irpinia Solidale, grazie a uno sponsor trovato con il supporto dell’allora consigliera comunale oggi assessore alle disabilità del Comune di Mercogliano Lucia Pescatore.

Alla madre dopo tanto rumore per la storia del banchetto negato era stato anche tolto il diritto a poter entrare a scuola per accompagnare il proprio figlio.

Ieri nove Gennaio, ci scrive la signora con una lettera molto triste per l’accaduto, tutta la classe del figlio Antonio si ritira a casa tutta contenta perché avevano ricevuto l’autorizzazione per andare in gita a Maggio. Indovinate chi non aveva l’autorizzazione? Il figlio Antonio solo perché persona con disabilità, siamo alla vergogna. Non ho più parole, nemmeno lacrime ma che scuola è si chiede la mamma di Antonio e ce lo chiediamo anche noi. Solo di finzione, finto perbenismo e altro. Intanto è stato negato un altro diritto. Anche gli altri anni è successo questo e solo dopo il rammarico e disappunto di questa mamma coraggio, forse anche un po’ costretti questo bimbo è finalmente andato in gita, davanti a questi fatti gravissimi ci aspettiamo delle scuse da parte della scuola sull’accaduto.

Se possibile che una gita o una giornata di divertimento per un alunno con disabilità per la famiglia deve diventare uno stress, chiosa il M.I.D., per gli alunni con disabilità non c’è mai posto.

La nostra solidarietà e pronti a far valere come sempre un diritto negato, è davvero ingiusto e inconcepibile vedere dei diritti ancora una volta negati, eppure l’articolo 3 della Costituzione Italiana e l’articolo 30 della Convenzione Onu sui Diritti per le Persone con Disabilità sanciscono il diritto degli alunni con disabilità a partecipare ai viaggi di istruzione e alle visite guidate.

In base a tale normativa, se nella classe ci sono bambini con disabilità o con particolari bisogni, gli insegnanti, nella scelta della meta delle gite scolastiche, dei luoghi da visitare, della struttura dove soggiornare e dei mezzi di trasporto da utilizzare, devono tener conto delle esigenze di tutti. Nel caso in cui non ci fossero tali presupposti, occorre che vengano adottati tutti gli accorgimenti e gli adeguamenti necessari affinché l’alunno con disabilità possa aderire.

Il Miur, oggi ministero dell’Istruzione e del Merito, già con la nota 645/2002 sottolineava come i viaggi di istruzione rappresentino “un’opportunità fondamentale per l’attuazione del processo di integrazione scolastica”, pertanto, organizzarne uno non accessibile per studenti con disabilità sarebbe un evidente atteggiamento discriminatorio. Affinché ciò non avvenga, un’altra nota del Miur, n. 2209/12, ai sensi del D.P.R. 275/99, sottolinea come ogni scuola può scegliere in modo autonomo i viaggi di istruzione e le visite guidate. Pertanto, non è più in vigore l’obbligo della presenza di un docente per ogni 15 alunni, nel caso particolare della presenza di un alunno con disabilità si prevede, anche se non obbligatoria, la presenza di un ulteriore docente, o di un familiare. Nello specifico, la partecipazione di un membro della famiglia è contemplata nei casi in cui lo studente abbia problemi legati al riposo, debba assumere determinati farmaci o sia tracheotomizzato. La scuola, però, non può subordinare il diritto di partecipazione alla gita dell’alunno con disabilità, alla presenza di un familiare, o pretendere che quest’ultimo lo accompagni. Spetta, infatti, alla scuola designare un accompagnatore idoneo all’interno del suo organico. Le spese di viaggio dell’accompagnatore sono a carico della scuola. Se dovessero essere addebitate alla famiglia, si paleserebbe una discriminazione, ai sensi dalla Legge n.67 del 2006. Purtroppo, le normative sopracitate non vengono in molti casi, applicate in modo corretto, cagionando un danno ingiusto agli alunni con disabilità.

Source: www.irpinia24.it