“Lettere dal fronte”: la guerra attraverso gli occhi di chi la vive

Presentato al pubblico il libro del giornalista Gianluca Amatucci, che racconta la guerra sotto un altro punto di vista: quello di chi la vive e la racconta tramite missive.

AmaAlle 17.00 di oggi, venerdì 10 maggio, presso il Circolo della Stampa di Avellino, il giornalista e scrittore Gianluca Amatucci ha presentato il suo nuovo libro: “Lettere dal fronte”; tratto dall’omonimo monologo che ha portato in tour in Irpinia.

Si tratta del primo libro dell’autore che, da sempre, è appassionato degli studi legati alla guerra, ai conflitti così come si presentano nel quadro mondiale. Un lavoro capillare, una ricostruzione storica attenta per raccontare le guerre oltre gli orrori con la pubblicazione di lettere autentiche. Il libro, come spiegato dallo stesso Amatucci, si affaccia su una realtà che ha interessato da vicino anche l’Italia a partire dalla prima metà del secolo scorso: dalla Grande Guerra, passando poi per la Seconda guerra mondiale, fino ad arrivare ai conflitti attuali, cui tutti assistiamo, seppur con occhi diversi.

Nel raccontare periodi così oscuri per la popolazione mondiale, lo scrittore inserisce nella sua opera numerose missive che gli stessi militari italiani, impegnati nelle missioni di pace all’estero, spedivano in patria ai propri affetti. Un racconto dei fatti così come venivano vissuti dai nostri soldati, con spazio a riflessioni sulle ragioni dei conflitti e come auspicio il necessario dialogo tra i popoli come unica vera soluzione concreta per prevenire ulteriori nuove guerre.

Tra le tante vicende affrontate nel libro, Amatucci lascia spazio anche ad uno degli eventi più catastrofici che il capoluogo avellinese si è trovato ad affrontare: il bombardamento subito per mano delle forze Alleate del 1943 che vide soccombere circa 3000 avellinesi nel 14 settembre di quell’anno. Spazio anche all’attualità, con l’autore che ha voluto includere nel libro anche le missive dei bambini ucraini. «Qualcuno, per Natale - anticipa Amatucci - chiede persino che gli venga portato indietro il papà che, purtroppo, ha perso durante la guerra». Veri e propri gridi d’aiuto, affinché cessi la quotidiana strage sul fronte russo-ucraino.

«È un testo – racconta l’autore – che si fa a poco a poco vita: la guerra vista con gli occhi del cuore e dell’anima, attraverso la voce di chi l’ha vissuta.» La profondità del contenuto è di fatto intrinseca, con l’avvicendarsi di parole e frasi pregne di significato profondo che Amatucci ha voluto far sue, riuscendo a recapitare, quasi come un messaggero, i pensieri, le paure e le speranze di chi, la guerra, la vive in prima persona.

«Scrivetemi molto, perché desidero leggervi molto» sono le parole che si ripetono nelle varie lettere, come a rappresentare un disperato e accorato bisogno di vicinanza e di sostegno affettivo, nella desolata solitudine di una guerra che sembra non avere fine. Un progetto, quello di Gianluca Amatucci, utile a raccontare cosa è stata la guerra per la nostra nazione e le nostre genti ma anche per lanciare un grido, un appello rivolto alla pace.

Source: www.irpinia24.it