Legambiente Avellino: Situazione Alto Calore

Il 21 marzo i sindaci irpini sceglieranno il nuovo amministratore unico

alto-caloreEravamo nati da pochi mesi quando l’8 ottobre 2021, in concomitanza dell’assemblea dei soci dell’Alto Calore presso lo spiazzale di Hotel de la Ville, avevamo preso parte a un presidio contro la privatizzazione dell’acqua oggi pubblica», esordisce così il circolo Legambiente Avellino – Alveare a poche ore dalla prossima assemblea dei soci di Alto Calore. Oggi pomeriggio infatti, i sindaci dei comuni che detengono le quote dell’azienda si riuniranno per scegliere chi sarà il prossimo amministratore unico che andrà a ricoprire il posto del dimissionario Michelangelo Ciarcia.

«Lo avevamo ribadito oltre due anni fa e lo ripetiamo oggi: sull’Alto Calore no a una privatizzazione e no al proseguimento di una gestione fallimentare come quella vista fin’ora». «Il referendum del 2011 è un crocevia sacrosanto che va applicato senza se e senza ma. Siamo consapevoli – continua il circolo territoriale della Legambienteche l’Alto Calore oggi sta vivendo una delle fasi più delicate della sua storia». «Questo rafforza ancora di più la tesi di noi associazioni e comitati che da anni stiamo portando avanti queste battaglie: serve una scelta responsabile, di programmazione e di lungimiranza».

 L’appello di Legambiente Avellino è rivolto proprio ai sindaci irpini che nel pomeriggio del 21 marzo sceglieranno il nuovo amministratore unico di Alto Calore. «Auspichiamo sia una figura tecnica e non politica. Oggi serve più che mai un profondo conoscitore del sistema integrato di gestione delle acque e soprattutto una persona che è consapevole del funzionamento e della gestione, così come dei pregi e dei difetti di Alto Calore». Le prossime settimane saranno cruciali per la società irpina, soprattutto per la programmazione dell’assemblea dei creditori: «Per convincere i creditori serve credibilità e soprattutto un piano concreto e serio sul futuro dell’ente che non riguardi solo la risoluzione delle problematiche di tipo economico», conclude il circolo ambientalista.

Source: www.irpinia24.it