Suini di provenienza ignota e detenuti illegalmente

Controlli in atto nella zona infetta. Diversi i suini abusivi trovati

pexels-pixabay-63285I Servizi veterinari regionali e locali e i Carabinieri della Forestale stanno intensificando i controlli sugli allevamenti suinicoli commerciali e familiari di provenienza ignota e detenuti illegalmente. In pochi giorni, allinterno della zona infetta, che racchiude 17 Communi del Vallo di Diano e del Cilento, sono stati sequestrati e abbattuti 16 suini che non risultavano tracciabili. Per ogni suino detenuto illegalmente, la legge prevede una multa base di 3.000 euro.
La lotta alla peste suina prevede, da settimane, lindividuazione delle carcasse di cinghiali, il depopolamento e macellazione dei cinghiali, la macellazione dei suini nella zona infetta, presenti negli allevamenti commerciali e di quelli a conduzione familiare registrati. La macellazione necessaria per evitare che il virus possa attecchire e diffondersi.
Tuttavia, sta emergendo un altro fenomeno, la presenza nella zona infetta di suini non tracciabili. Se gli animali sono di provenienza ignota e detenuti illegalmente, secondo il decreto legislativo 134, sono previste dure sanzioni per i proprietari (3.000 euro di multa per ogni capo), nonch labbattimento del suino e il sequestro sanitario. Ad oggi i suini trovati senza identificazione sono 16, ma nelle prossime settimane le attivit di controllo continueranno senza sosta.
Alla base della lotta alla peste suina c la tracciabilit degli animali. La mancata tracciabilit arreca grave rischio per la diffusione ed espansione della malattia. La tracciabilit, insieme alle norme di biosicurezza degli allevamenti, determinante anche per le fasi successive alleradicazione della malattia, per poter controllare e mettere in salvo il patrimonio zootecnico suinicolo.
Il Centro di riferimento regionale per le malattie degli animali domestici (C.Re.San.) fa capo al Polo Integrato della Regione Campania UOD Prevenzione e Sanit Pubblica Veterinaria.
I partner del C.Re.San. sono la Regione Campania, il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Universit degli Studi di Napoli Federico II, lIstituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno e lAsl Salerno
Source: www.irpinia24.it