“La scuola del futuro” al Carcere Borbonico
De Donno: "L'incontro rappresenta l'esordio di un nuovo modello da presentare"
Oggi, presso la Sala blu dell’ Ex Carcere Borbonico di Avellino, ha avuto luogo il convegno “La scuola del futuro. Generazioni 4.0 verso la didattica immersiva”: «L’incontro rappresenta l’esordio di un nuovo modello da presentare in ottica nazionale, provinciale e soprattutto cittadina» - ha affermato la prof.ssa Antonella De Donno, Dirigente Scolastico dell’Istituto Amatucci di Avellino – «Vogliamo eliminare la dispersione scolastica, alla luce anche dei fondi PNRR da sfruttare per rinnovare le nostre classi e i nostri laboratori, puntando altresì sulle competenze digitali e non-cognitive per abituare i ragazzi al domani» – ha aggiunto la Dirigente - «I laboratori saranno dotati, in particolare, di strumentazioni di ultima generazione. Dobbiamo cercare di valorizzare quotidianamente l’impegno profuso dai nostri docenti e dai nostri alunni e cooperare con le imprese, le associazioni presenti sul territorio e con persone autorevoli che hanno un legame con il mondo scolastico, per far sì che i ragazzi possano comprendere che le istituzioni sono presenti e che noi siamo con loro» - ha continuato De Donno.
Numerose le personalità di spicco presenti all’evento tra cui il promoter-advisor d’Istituto il prof. Antonio Guacci e i rappresentanti IUL, partner del progetto: «La giornata di oggi è molto importante come lo è il tema del convegno. Ci stiamo ponendo delle domande che vertono verso il riposizionarsi nelle nuove esigenze del mercato» - ha dichiarato la Prof.ssa Anna di Pace, rettrice IUL – «Si parla di trasformazione digitale e digitalizzazione, che non sono la stessa cosa, e dell’esigenza di adottare nuovi schemi perché le abitudini e il mercato del lavoro sono cambiati» – ha sottolineato di Pace - «L’università deve accogliere le istanze che vengono dalla scuola e dal mondo del lavoro e innovarsi sia da un punto di vista metodologico, formando i docenti e investendo nel faculty development, sia nelle strategie e nelle tecnologie» - ha continuato di Pace.
«Come IUL siamo un’università telematica non interamente privata perché abbiamo all’interno del nostro consorzio due enti pubblici: l’ INDIRE, che si occupa di ricerca innovativa, e l’Università di Foggia che è un ateneo del sud. Ci distinguiamo per questo da tutte le altre università telematiche e cerchiamo di andare verso queste nuove richieste» - ha concluso di Pace.