Lo Squadrismo in Irpinia – Presentato il saggio di Annibale Cagliano

Capobianco: "Facciamo attenzione al neofascismo perché può portarci indietro di 100 anni"

WhatsApp Image 2022-04-25 at 11.35.50Questa mattina, all’interno delle attività per i festeggiamenti del 25 aprile, si è svolta presso il Circolo della Stampa di Avellino la presentazione del saggio di Annibale Cagliano “Lo Squadrismo in Irpinia”.

Hanno preso parte alla presentazione Luigi Marino, Presidente Regionale ANPI, Giovanni Capobianco, Presidente Provinciale ANPI, e Mimmo Limongiello, AUSER.

“Lo Squadrismo in Irpinia” è un saggio che parla di uno squadrismo profondamente diverso da quello del centronord, non ci sono, infatti, agrari o industriali che devono difendere con la violenza profitti e proprietà da operai o braccianti. La violenza dilaga dagli inizi del 1922 al maggio del 1923, colpisce nazionalisti, legionari, reduci, amministratori comunali liberali. Cogliano distingue tre tipi di squadrismo, un primo che vede protagonisti minoranze studentesche ed ex combattenti, un secondo tipo che si afferma subito dopo la marcia su Roma, nelle neonate sezioni fasciste, godendo di una impunità, grazie ai prefetti protempore, magistratura e forze dell’ordine. Sotto accusa le amministrazioni comunali che resistono al fascismo. In Irpinia sarà quasi tutto il notabilato irpino dello Stato Liberale a entrare nelle fila del Partito Nazionale fascista con poche eccezioni. Il terzo tipo di squadrismo invece, era rivolto contro ex fascisti o fascisti dissidenti.

WhatsApp Image 2022-04-25 at 11.35.49Sulle motivazioni che hanno portato a questo incontro di oggi si è espresso Mimmo Limongiello «Abbiamo deciso di onorare il 25 aprile con un momento di riflessione, e lo facciamo con il saggio di Annibale sullo squadrismo. Nella nostra provincia ci furono tantissimi episodi di violenza, i primi martiri dell’antifascismo, e in seguito le aggressioni ai nomi noti.

Quindi vogliamo avviare questa riflessione che l’ANPI porta avanti, coinvolgendo tutta la popolazione, compreso i bambini, infatti stiamo pensando a progetti per coinvolgere le scuole.
Questo 25 aprile è particolare, dato che viene dopo due anni di pandemia, ma anche a causa dei venti di guerra che hanno invaso l’Ucraina e che minacciano tutta l’Europa.
Nei giorni scorsi l’ANPI è stata attaccata in mala fede su questo argomento, parlando addirittura di chiuderla. A ciò rispondo che solo gli iscritti e solo i milioni di italiani che si rappresentano con i suoi valori possono scegliere se scioglierla o meno

Invece, sull’importanza del parlare ancora oggi di resistenza e delle violenze squadriste, il Presidente Provinciale ANPI Giovanni Capobianco, ha dichiarato «Leggendo il libro mi è venuto in mente l’assalto alla CGIL dello scorso ottobre. Dov’era la polizia? Come mai si è consentito che una sede importante di un sindacato venisse assaltata in quel modo? In un paese normale un Ministro degli Interni si sarebbe dimesso. Speriamo non accada mai più.
Facciamo attenzione a questo neofascismo perché può portarci indietro di 100 anni, come nel libro di Annibale Cagliano.
C’erano organizzazioni sociali anche all’epoca, come ad esempio la “Lega dei contadini” e il “Circolo operai”. In quegli anni, tra il 22 e il 23 ci fu proprio un assalto al circolo operaio e ci furono anche degli spari, fortunatamente senza vittime. Anche all’epoca c’erano le amministrazioni democratiche, che furono distrutte dallo squadrismo fascista di allora. Solo qualcuna sopravvisse e si riprese dopo la guerra.
Qui ad Avellino ci furono anche 5 morti, e sarebbe il caso di cercare i nomi di questi 5 e intitolargli una strada, e proprio su questa intitolazione presenteremo una petizione al sindaco.
Quel banditismo fascista ci portò alla distribuzione.
WhatsApp Image 2022-04-25 at 11.35.49 (1)In Ucraina oggi c’è una resistenza legittima, ma non possiamo confrontarla a quella italiana. In Italia c’era una guerra civile, una guerra di classe e di liberazione, e si combatteva con armi di fortuna e in gran parte rubate ai fascisti, quelle paracadute dall’alto erano poche.
L’impegno da prendere oggi è che non riaccada quello che è accaduto durante il ventennio, e cioè quello che è riaccaduto nell’ottobre scorso. Nel far ciò la generazione che dovrebbe essere più attiva è  proprio la mia, quella che ha ascoltato le testimonianze in prima persona. Noi abbiamo il dovere di raccontare queste e tramandare queste storie, sennò si perde la memoria dello squadrismo in Italia e delle brutture avvenute.

La resistenza non è iniziata nel 43, lì è iniziata quella armata, ma è iniziata durante il 1922/23, e qui ad Avellino iniziò con questi 5 morti dello squadrismo fascista

Source: www.irpinia24.it