Avellino – Ci manca una città “illuminata” dalla cultura

Un incontro per discutere degli spazi pubblici

32d41b9d-5573-4d5f-b717-f1ea7a4bf6e1Questa sera, davanti la struttura dell’Eliseo di Avellino, si è tenuto l’incontro “Ci manca una città “illuminata” dalla cultura”. Un microfono aperto per discutere sugli spazi pubblici della cultura in città, promosso dalle associazioni: Quaderni di Cinemasud; Circolo immagine; Zia Lidia Social Club; Cinecircolo Santa Chiara e Visioni Centrodonna.

A presentare l’iniziativa il direttore della storica rivista cinematografica e della collana editoriale “Quaderni di Cinemasud”, Paolo Speranza, che ha dichiarato «Un incontro che parte da un immagine che vedete riflessa sulla torre dell’Eliseo. Una foto di Pasolini con Camillo Marino sull’altopiano di Bagnoli Irpino scattata nel 1959. Camillo Marino a cui è stata intitolata la casa del cinema con una delibera all’unanimità del consiglio comunale. Noi vorremmo anche che all’unanimità si riaprisse e si riutilizzasse questa struttura per la fruizione, ma anche e soprattutto per la creatività giovanile. Laboratori, iniziative, stage con realtà e strutture anche di altre città. Per aprire Avellino ad un futuro diverso.

Sappiamo che è un utopia e non è facile, per cui non diamo lezioni a nessuno, né abbiamo la pretesa di avere ricetta in tasca, anche perché altrimenti l’avremmo tirata fuori 20 anni fa, ma vogliamo almeno tenere viva l’attenzione e la speranza.

Noi non dimentichiamo cosa sta accadendo intorno a noi. Già ad esempio lo “Zia Lidia Social Club” ha proposto un film di un registra ucraino e ci saranno altre iniziative in futuro, tra festival e cineforum. Quindi continueremo a collegare il cinema alla realtà, al sociale, al futuro e al mondo giovanile. 

Vorremo che il cinema, e l’Eliseo in particolare, non siano solo un luogo di visioni, ma anche un luogo di rilancio dell’aggregazione, ciò che in questo momento ci manca di più dopo questi 2 anni difficili. Aggregazione, solidarietà, possibilità di stare vicini. Riprendere la socialità e a collaborare per idee, iniziative e attività future

fbb4da49-8051-42c7-aea6-3a34996d51bcIn seguito ha preso parola Vittoria Troisi, una delle maggiori organizzatrici di questo incontro, che ha aggiunto «Una serata bella dopo anni di separazione e buio. Il nostro volantino dice che “ci manca una città illuminata dalla cultura”. Ci manca l’Eliseo in questa città, ci manca un luogo pubblico, ci manca la cultura per coltivare idee nuove per il cambiamento e per pensare il meglio per questa città. Per non rassegnarci con i desideri a piccole attese e piccole aspettative, ma vedere il massimo per la nostra vita e la nostra città.

E tutto questo accade soltanto se ci sono dei luoghi per la cultura, se ci sono dei luoghi dove fermarsi a pensare, a incontrare gli altri, ad elaborare progetti, a partire da sé ma pensando alla realtà esterna e a ciò che accade nel mondo che ci circonda.

In questa città non è possibile uno spazio pubblico in cui incontrarci, fare cultura, fare associazione, costruire relazioni. Perché l’anima di una città sono le relazioni ed è fatta da scambio di cultura. Cultura che tesse relazioni come una ragnatela intorno a tutto ciò che accade in una città e ciò che accade nelle nostre vite, ed è l’unica cosa che può dargli un senso. Solo la cultura, solo i nostri pensieri, solo l’immateriale può organizzare il materiale. E noi in questa città ancora non lo facciamo.

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Dopo l’esperienza di Camilla Marino e Pier Paolo Pasolini, dal 59, l’esperienza del “Laceno d’oro”, si è visto che questa città ha avuto un identità collettiva e culturale intorno a cui sentirsi città, cioè il cinema. Ed è talmente evidente e forte che questa è l’anima di questa città. Eppure questo spazio resta chiuso.

Noi stasera vogliamo ricominciare questo discorso, perché è un nostro diritto chiedere che questo spazio sia aperto, è nostro diritto la cultura, ed avere le stesse opportunità di crescita. Quindi partiamo da qui, e chiederemo 3 punti quando ci incontreremo con il sindaco, ovvero:

  1. Quando si aprirà questo spazio?;
  2. Che resti la destinazione d’uso. Già si parla di cambiare. Essendo uno spazio pubblico deve restare pubblico, però non affidato soltanto al pubblico, che in città già abbiamo visto che fine ha fatto con le esperienze precedenti. Come mai tutti gli spazi della socialità sono stati chiusi o destinati ad altro?
  3. Che si svolga il progetto di uno spazio per il cinema, non solo come fruizione ma anche come produzione, perché cultura è anche produzione
Source: www.irpinia24.it