Libera Avellino – focus sulle camorre in Irpinia

Dibattito al Circolo della Stampa: "Avellino deve fare uno sforzo e non sottovalutare un problema che sta diventando a dir poco pressante"

IMG_5641Avellino – Si è tenuta oggi, presso il Circolo della Stampa di Avellino, un dibattito dal titolo “Camorre in Irpinia: storie di camorra e resistenza” organizzato da Libera Avellino e finalizzato all’analisi della drammatica situazione attuale connotata da episodi delittuosi e fenomeni di criminalità organizzata all’interno del territorio irpino.

Particolare attenzione soprattuto ai fatti incresciosi e violenti avvenuti di recente a San Martino Valle Caudina e a Cervinara.

Presente, all’evento, il Procuratore della Repubblica di Avellino, Domenico Airoma: «La criminalità organizzata non è data da sventure che piovono dal cielo, per cui siamo noi sfortunati che abitiamo in terre ammorbate dal cancro mafioso. Non è così: non io, ma un gigante della lotta alla criminalità organizzata come Giovanni Falcone ebbe a dire che la mafia non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Quindi, se ha attecchito anche nel tessuto sociale irpino e si incista tuttora all’interno di esso, evidentemente trova un terreno fertile. Allora, dobbiamo chiederci quali sono le condizioni che consentono l’attecchirsi del cancro mafioso con la consapevolezza che, sicuramente, il tessuto sociale irpino non è lontanamente paragonabile ad altri campani».

«Proprio perché questi fenomeni sono una condizione di non allarmante gravità, essi richiedono, proprio per questo, un contrasto ancora maggiore, per evitare il deterioramento inarrestabile e insuperabile - ha continuato il dott. Airoma – Chiediamoci che cosa ha consentito, ad ogni livello, non soltanto dal punto di vista delle condizioni di un’economia deviata: qualche anno di esperienza mi induce a dire che le scelte criminali, soprattutto tra i più giovani, non vengono intraprese esclusivamente per ragioni di profitto. Diciamoci la verità: la camorra riempie dei vuoti che qualcos’altro lascia, risponde a domande a cui altri non rispondono. Le istituzioni? Le amministrazioni? Sicuramente. Ma pensiamo a tutte le domande a cui non danno risposta le varie agenzie educative, le comunità, la famiglia. Molto spesso, questi giovani sono svuotati e la risposta mafiosa è la domanda di senso. Questo è un compito che spetta soprattutto a voi giovani. Questa società così inappuntabile, evidentemente non lo è».

L’incontro ha costituito una valida occasione per ripercorrere, attraverso una retrospettiva, alcune delle fasi storiche che hanno portato allo sviluppo delle camorre sul territorio Irpino con l’obiettivo essenziale di smuovere gli animi della collettività: «Dobbiamo sensibilizzare le persone rispetto a questo tema, coinvolgere i cittadini, le istituzioni, le scuole e la cittadinanza attiva per far sì che si avvii un percorso di memoria viva. Avellino deve fare uno sforzo e non sottovalutare un problema che sta diventando a dir poco pressante» hanno gridato a gran voce i volontari dell’Associazione Libera Avellino.

I volontari hanno, inoltre, precisato che questa è solo una prima delle diverse iniziative che condurranno alla Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che, quest’anno, si terrà a Napoli, il prossimo 21 marzo.

Source: www.irpinia24.it