L’istituto De Sanctis in prima linea per la sensibilizzazione sull’Autismo

Mariarosaria Canzano: "Le scuole hanno una funzione educativa e di inclusione di questi ragazzi in un tessuto sociale che, non conoscendo bene questa sindrome, stenta ancora ad accoglierli"

IMG_6928Avellino – Si è tenuta oggi, presso l’auditorium dell’Istituto Agrario e per Geometri De Sanctis – D’Agostino, il convegno dedicato all’autismo.

Un’iniziativa diretta a sensibilizzare il panorama scolastico e, più in generale, la società su un tema di imprescindibile rilevanza al fine di giungere ad un concreto ed efficace processo di inclusione per chi soffre di questa particolare patologia; occasione utile, non solo per affrontare tale complessa tematica attraverso un’ottica tecnica e scientifica, ma anche per proporre il libro “Laura coraggio!” della dottoressa Mariarosaria Canzano, docente e madre, appunto, di Laura, affetta da disturbi dello spettro autistico.

«Oggi presentiamo un libro intitolato “Laura coraggio!” scritto da una professoressa e mamma di una bambina autistica – ha dichiarato il Dirigente Scolastico ing. Pietro Caterini - La tematica non è così conosciuta come si crede e noi, questa sera, a livello scientifico, affronteremo questo argomento in sala insieme a molti docenti della scuola a sostegno dei ragazzi con queste disabilità. Un problema che non deve interessare solo le famiglie coinvolte ma tutta la società». 

In sala non poteva mancare la dottoressa Mariarosaria Canzano, da sempre pronta, in prima linea e coinvolta personalmente, non solo a sostenere i genitori che quotidianamente si confrontano con la disabilità ma anche a sensibilizzare la società su una tematica cosi importante ma ancora poco conosciuta. Al centro dell’incontro il suo libro “Laura coraggio”, storia all’insegna del coraggio, della forza e della speranza: «Parlare di autismo diventata per me una missione attraverso il libro che ho scritto sulla storia di mia figlia dal titolo “Laura coraggio!”. È un libro che tratta dell’autismo nella prima parte, particolarmente tecnica e scientifica, e spiega a caratteri chiari e lineari che cos’è questa sindrome, come si manifesta, come viene diagnosticata ma soprattutto quanto è importante una diagnosi precoce. La seconda parte tratta la storia di Laura, la storia di mia figlia, attualmente una ragazza di 18 anni, a cui è stato diagnosticato lo spettro dell’autismo». 4fa328ca-6466-4117-84e9-1e8ade992173

«Parlare di autismo e di inclusione è diventato veramente una missione di vita – ha continuato Mariarosaria Canzano – Il libro di Laura è diventato un progetto che viaggia su tutti i comuni sensibilizzando i sindaci e le amministrazioni comunali da cui ho visto pieno coinvolgimento; è entrato nelle scuole come vademecum per le famiglie, per gli insegnanti e soprattutto per i ragazzi. Parlare di autismo e parlarne sempre aiuta a conoscere questa sindrome ancora molto vasta e poco conosciuta. Le scuole, in primis, insieme alle famiglie, hanno una funzione educativa e di inclusione di questi ragazzi in un tessuto sociale che, non conoscendo bene questa sindrome, stenta ancora ad accoglierli».

Il Professore Francesco Di Salle, Docente del Corso d’insegnamento in Neurologia del Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria e membro dei 150 esperti del metodo ABA – Applied Behaviour Analysis (Analisi Applicata del Comportamento) ha offerto, invece, una visione scientifica, partendo da una riflessione sul lento avanzamento dei processi di cura medica dedicati proprio all’autismo: «Per conoscere approfonditamente l’autismo, in Italia, è possibile solo seguendo dei corsi post universitari. Siamo molto indietro. Chi si occupa di ABA, si potrebbe azzardare a dire, che lo fa quasi per diletto. Da una statistica americana, qui ancora non si valuta una stima dei dati, è emerso che c’è un aumento di almeno del 300% sui nuovi nati. Questo è un fenomeno che sta cambiando la società e il mondo della medicina cista la frequenza. È importante leggere lo spettro autistico in una duplicità diagnostica fatta da una migliore propensione comunicativa della socializzazione, in primis, e su una presenza di interessi ristretti, poi».  

Tra gli interventi, il Professor Scipione Pagliara, rappresentante dell’Associazione Irpina Pianeta Autismo, medico e autore di libri tematici ma soprattutto genitore di Francesca, una donna oggi 36enne affetta da autismo, ha mostrato l’altra faccia della medaglia: come la famiglia vive il rapporto con un figlio autistico e come la società mostra scarsa abilità di lettura verso la patologia.

Anche il  sindaco di Avellino, Gianluca Festa, presente al convegno, ha mostrato ampia attenzione ad una tematica così delicata e fondamentale: «Oggi, la diagnosi diventa sempre più frequente e per fortuna anche in età abbastanza precoce; tempo fa, invece ci si accorgeva di questo disturbo troppo avanti e questo rappresentava spesso delle difficoltà. Un’altra questione era, poi, di tipo culturale perché per alcuni genitori avere un bimbo affetto da queste problematiche rappresentava un problema. E’ chiaro, invece, che si tratti di bambini speciali. C’è solo bisogno di avere strutture in grado di poter accompagnare i genitori nella giusta direzione. L’autismo ha bisogno di sensibilità, attenzioni, esperienze, relazioni, laboratori e competenze. Per questo, l’Amministrazione, oltre al centro dell’autismo, sta immaginando di realizzare un centro di ricerca e dei veri e propri edifici per offrire loro un luogo in cui poter vivere la propria esistenza in maniera autonoma» – ha affermato il sindaco. 

 

Source: www.irpinia24.it