Montefredane – Ex Novolegno sede di Arcella, Aquino: “Richiesta di apertura tavolo di crisi”

Così il Sindaco al Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti

novolegno-2-2Montefredane – “Il sottoscritto, Avv. Ciro Aquino, in qualità di sindaco pro tempore del comune di Montefredane (AV), fortemente preoccupato dalle difficoltà economiche e sociali scaturite a seguito della chiusura della Novolegno, azienda che operava in località Arcella Sita nel comune che mi onoro di Amministrare, con la presente enuncio alla SALI. la richiesta formale di apertura di un tavolo di crisi al fine di verificare le possibili soluzioni, volte a restituire occupazione ai 130 ex dipendenti e futuro all’area in cui è ubicato lo stabilimento che operava da circa 40 anni”.

Così in un comunicato il Sindaco di Montefredane Ciro Aquino, rivolgendosi direttamente al Ministro dello Sviluppo Economico On.le Giancarlo Giorgetti con la richiesta di apertura di un tavolo di crisi per l’ex Novolegno sede di Arcella.

La Novolegno Spa, costituita nel post terremoto (1981), era un’azienda manifatturiera specializzata nella produzione di pannelli in fibra di legno di media densità (MDF – medium density fiberboard). Insediata nel territorio di Montefredane (AV), zona industriale di Pianodardine, insiste su una superficie di circa 140.000 metri quadrati di cui 60.000 utilizzati come piazzale per lo stoccaggio delle materie prime, la loro movimentazione e la logistica; 80.000 circa ricoperti da capannoni industriali dove si svolgeva l’attività produttiva e dove erano ubicati gli uffici. Si segnala che l’azienda insiste in una zona che, avendo le caratteristiche di una vera e propria “conca”, agevola il ristagno dei prodotti inquinanti. Per circa 40 anni è stata fiore all’occhiello nel panorama industriale provinciale e regionale, e leader nel settore per tutto il Mezzogiorno. L’azienda è parte del gruppo Fantoni Spa, leader europeo nella produzione di Mdf, che costituisce il core business aziendale; la capogruppo, Fantoni Spa, risiede ad Osoppo (UD), il gruppo consta di altri opifici industriali ubicati in Friuli e in Slovenia (oltre alla Fantoni, Patt, Lesonit, Lacon), tutte specializzate nella produzione di pannelli e laminati di vario tipo (ad es. pannelli antiacustici). La Fantoni vanta altresì una linea di produzione dedita alla produzione di mobili per ufficio“, continua Aquino.

La produzione nel sito di Montefredane riguardava principalmente un pannello in fibra di legno (MDF) realizzato con un procedimento di recupero di centinaia di migliaia di tonnellate di legno proveniente da piattaforme da riciclare (ad es. pedane, mobili e quant’altro altrimenti destinato allo smaltimento in discarica in quanto non utilizzabile nelle centrali a biomassa perché ricco di impurità); tale materiale dopo opportuni processi di depurazione veniva macinato con appositi defibratori e trasformato in “chips” di materiale fibroso, lavato ad alte temperature, miscelato a resine sintetiche e “‘pressato” in materassi di fibra calibrati appositamente in diversi spessori in base alle richieste dei clienti, lasciati a riposo a raffreddare ed infine sezionati in “fogli” di diverse dimensioni. Si segnala che tale ciclo di lavorazione faceva ampio uso, tra l’altro, di formaldeide ed era perciò potenzialmente fortemente inquinante. Tale aspetto ha creato molte tensioni con la cittadinanza e deve essere tenuto in conto nella di proposte idonee all’impiego produttivo del sito. Sino al 2016 operavano due linee di produzione, Novolegno (destinata alla produzione di materiale più nobile destinato al settore dell’edilizia e dell’arredamento), e la linea Novoxil (che produceva materiale più povero destinata al settore dell’ortofrutta, ovvero listelli laterali e fondi delle cassette per ortofrutta in legno); ciascuna linea aveva una capacità produttiva annuale di circa70.000 metri cubi di mdf. I principali mercati di riferimento erano la Cina per la linea Novolegno, l’Italia del sud (Sicilia, Puglia, Campania, Calabria), Nord Africa (Tunisia e Marocco), Spagna, Francia, Cipro, Grecia e Malta per la linea Novoxil“, evidenzia Aquino.

Logistica e collegamenti. La posizione logistica è di assoluto pregio. Lo stabilimento Novolegno è ubicato a pochi km dall’uscita autostradale di Avellino Est da cui si raggiungono facilmente i porti di Napoli e Salerno, distanti rispettivamente 50 e 40 Km dall’azienda; dal casello autostradale si procede verso Bari in direzione Sud e verso Roma in direzione Nord, e si raggiunge in pochi minuti lo svincolo per la Salerno — Reggio Calabria. Pertanto, la maggior parte delle vendite destinate all’estero avvenivano a mezzo container (destinati alla Cina e all’area Mediterranea), mentre le vendite sul territorio italiano avvenivano su ruota. Inoltre, immediatamente a ridosso dello stabilimento industriale giace lo snodo ferroviario di Pianodardine, nei fatti mai utilizzato e che consentirebbe un diretto carico e scarico delle merci dai convogli, tramite una stazione dedicata“, afferma Aquino.

Chiusura aziendale e situazione maestranze. Al termine del 2016 la proprietà ha deciso, per asserite ragioni economiche, di chiudere la linea e di lasciare in piedi la sola linea Novoxil, ritenendola essere maggiormente performante. Al fine di evitare il licenziamento di 55 esuberi di personale, fu stipulato un contratto di solidarietà difensiva per 24 mesi con riduzione delle ore lavorative di ciascun lavoratore in base alle esigenze organizzative dell’azienda. Al termine dei 24 mesi, in piena trattativa sindacale per il rilancio dell’azienda ed un nuovo piano industriale, l’annuncio imprevisto della decisione presa dal CdA di chiudere definitivamente l’azienda. I 1 17 dipendenti in forza, dopo un anno di CIG a zero ore, sono stati licenziati a conclusione della procedura di mobilità (maggio 2019) e collocati in NASP]$ che terminerà il prossimo maggio 2022. Di tali unità lavorative, ad oggi circa una ventina hanno raggiunto il traguardo della pensione e solo 101 5 sono riuscite a trovare nuovo sbocco nel mercato del lavoro, complice le già difficoltà di mercato aggravate dal sopraggiunto biennio Covid. Circa 80-85 unità (altamente qualificate e specializzate nel settore) sono ancora in cerca di nuova occupazione“, sottolinea Aquino.

Attuale situazione stabilimento. Nel corso degli ultimi anni la proprietà ha provveduto a svuotare i magazzini, a vendere le ultime giacenze di prodotto finito e semilavorato, a trasferire presso lo stabilimento Fantoni di Osoppo (UD) le materie prime, i ricambi, le attrezzature ed i macchinari ancora utilizzabili, Sono in corso le operazioni di bonifica e messa in sicurezza de’ sito industriale. Le linee di produzione, decadenti e obsolete, sono ancora al posto ed insieme allo stabilimento sono tuttora di proprietà della Fantoni spa. Il tutto esposto al rischio di degrado, con ulteriore inquinamento dell’ambiente“, prosegue Aquino.

Tutto ciò premesso. Lo scrivente porta a vostra opportuna conoscenza che, avendo interloquito per via epistolare con la proprietà, gruppo Fantoni, è stata espressa la ferma volontà di quest’ultima di procedere all’alienazione dei propri capannoni di Arcella (vedi documento allegato). Pertanto, si tenga in debita considerazione tale volontà in fase di elaborazione delle proposte operative e di intervento per il superamento della crisi aziendale. Si segnala in particolare che le caratteristiche orografiche del luogo di insediamento indicano la necessità che nella zona vengano insediate attività produttive per loro stessa natura a basso impatto ambientale. Si chiede, dunque, di valutare innovativi processi di reindustrializzazione e/o di riconversione dei suddetto ex opificio, al fine di contrastare il declino occupazionale, con la scadenza nel mese di 2022 della Naspi. anche mediante nuove iniziative imprenditoriali, capaci di salvaguardare e, di seguito, consolidare i livelli occupazionali, Certo di un celere riscontro, porgo cordiali saluti“, conclude Aquino.

Source: www.irpinia24.it