Ricomincio da tre. Tra storia, letteratura arte e musica – Svolto oggi il primo convegno

Il prossimo appuntamento è per sabato 11, alle 17.00, sempre presso l'ex carcere Borbonico

174a547a-3abd-4936-9882-947986e2ed84Per il progetto “Cultura in viaggio: Ricomincio da tre. Tra storia, letteratura arte e musica” si è tenuto questa sera, presso la struttura dell’ex carcere borbonico di Avellino, il convegno “Unità d’Italia. La storia tra passato e presente.”, primo incontro di una due giorni che proseguirà sabato 11.

All’incontro si è discusso di come si è trasformato il paese in questi 160 anni trascorsi dalla sua unificazione, trattando in particolar modo le trasformazione affrontate dal Sud e dal nostro territorio. Si è partiti dai personaggi storici, come l’irpino Francesco De Sanctis, che attraverso la cultura tentarono all’epoca di innescare una rivoluzione sociale fino ad arrivare ai ragazzi di oggi che affrontano una ripartenza dopo i lockdown imposti dalla pandemia.

Ad aprire il convegno il giornalista Fiore Carullo, che ha introdotto i lavori con tali parole «Sono passati 160 anni dai moti del 20 e 21, dai moti carbonari, presenti anche qui, che poi vennero repressi dalla nascita della costituzione. 
C’erano tre Italia all’epoca, quella di Giolitti, quella di casa Savoia, e quella della volontà cattolica di una costellazione di stati guidati dal Papa.
In questo caos sociale Giuseppe Mazzini capisce che non è la strada dei carbonari quella per arrivare ad una vera rivoluzione, e dunque studia un metodo per coinvolgere maggiormente il popolo e nel 1830 fonda la “giovane Italia”, ma nel 33 anche questi moti si spengono del tutto. Da ciò si capisce che l’Italia da sola non basta, ma serve una giovane Europa. Si arriva così al 48, con i famosi moti che partirono dalla Sicilia e arrivarono fino in Europa, passando per l’Italia e per Napoli, con anche una figura di spicco di un irpino come Francesco de Sanctis.
Dopo tali moti arriva Cavour e con lui arriva una nuova democrazia, fatta di alleanze europee, che porta contatti forti tra Italia e Francia.
In seguito avviene la spedizione dei mille che inizia a Marsala, in Sicilia, e poi viene fermata dall’incontro con Vittorio Emanuele. Nel 61 quindi si completa l’unificazione del paese, e successivamente nel 70, con la breccia di porta Pia, l’Italia conquista anche Roma raggiungendo la piena unità.
Ma è vera unità? Questa è la domanda che pongo dopo questi 50 anni di lotte dal 20 al 70

88c2f2d9-b987-4476-b12e-6181adda6912Tale quesito è stata dunque la linea guida dei successivi interventi, che hanno messo in luce le ormai storiche e conosciute disparità che vive il nostro paese tra “Nord” e “Sud”, ma anche tra costa ed entroterra, parlando della cosiddetta ”Valle dell’Osso”, come appunto ricordato dall’edizione di quest’anno dello Sponz Fest. Aree interne da cui bisogna ripartire, guardando ai loro problemi ed aiutandole a svilupparsi, così da dialogare in seguito con quelle costiere, soprattutto in un momento come questo in cui viene data una nuova possibilità grazie agli imminenti fondi del Recovery Fund, l’ennesima occasione ed è il momento di coglierla senza sprecarla, partendo così dal Sud per collegare tutta l’Italia. 

Per l’associazione di promozione sociale “Il Bucaneve”, organizzatrice della giornata, lo strumento principale con cui operare tale ripartenza è la cultura. Ciò traspare anche dalle parole della sua presidente Maria Ronca «Il Bucaneve parte proprio dal voler dare voce dal basso, al popolo, attraverso l’arte. Guardiamo che le nostre zone sono poco pubblicizzate con il turismo e poco sviluppate, mancano gli attrattori. Serve una progettazione che dia servizi ai cittadini, pensando a cosa serve loro, e per far ciò ci vuole una comunicazione che parli la stessa lingua tra cittadini e politica.»

Dunque la cultura come elemento di ripartenza e rivoluzione, nel 48 così come oggi, guardando alla spinta innovativa delle nuove generazioni. A testimonianza di tale spinta era presente anche una delegazione di giovani studenti e studentesse, che durante la pausa imposta dal Covid non si sono fermati, ma hanno continuato le loro passioni culturali (come scrittura, danza, ecc) sapendo reinventarle ed adattarle alla situazione. 

A parlarci di loro il professor Pellegrino Caruso «Francesco De Sanctis ci avvertiva che non devono inquietarci i cambi d’idea e storici, ma dobbiamo fare sempre attenzione che ci sia un orizzonte da seguire.

Per questo, guardando ai cambi di cultura, voglio presentare un progetto fatto da una giovane generazione, qui rappresentata dalle studentesse del Convitto Sissi Menna e le sorelle Benedetta e Chiara, che hanno realizzato durante il primo lockdown un progetto. Hanno scritto una lettera all’Italia, rappresentata sotto forma di un video, in cui mostrano come loro hanno affrontato la chiusura.
Un video in cui si uniscono varie sensibilità artistiche.
Ciò ci mostra anche che, con la DAD e le varie tecniche d’emergenza messe in campo, non si è perso tempo ma il focus è rimasto e rimane sempre sui ragazzi, che comunque non si sono mai fermati.
C’è una citazione che mi piace ricordare “In una tempesta gli occhi asciutti sono impossibili da ottenere”, ovvero la cosa importante è quella di mantenere una postura morale, e adesso l’importante è guardare a questa scuola che riparte

 

 

Source: www.irpinia24.it