Dalle politiche per il territorio al Progetto CASA – Centro Accoglienza Supporto e Ascolto

Cinque domande all’Assessore Marianna Riccardi del comune di Casoria e alla sue “Intese Territoriali di Inclusione Attiva”

okok Marianna RiccardiPuò per favore presentarsi? nome, cognome, professione. Da quanto tempo è assessore e con quali deleghe. Quali sono le eventuali esperienze pregresse, significative in ambito sociale?

Marianna Riccardi, Assessore alle Politiche Sociali, alle Politiche Giovanili, alle Pari Opportunità e alla Prevenzione del Disagio del Comune di Casoria. Sono in carica dal dicembre del 2020 dopo la nomina ricevuta dal Sindaco Raffaele Bene. Col precedente Sindaco ho ricoperto il ruolo di Vicesindaco e Assessore ai Lavori Pubblici.

Siamo in un momento storico di crisi profonda, sanitaria, economica e sociale. Come la pandemia da Covid-19 sta modificando i rapporti sociali e quanto ritiene sia importante un rilancio delle politiche sociali sul territorio. 

Purtroppo, il Covid-19 ha messo in luce tutta un serie di problematiche preesistenti. Diciamo che ha esasperato alcune criticità che c’erano prima, oltre naturalmente a crearne di nuove. Non lo scopriamo certo oggi che i nostri territori, soprattutto al Sud, soffrono di una sorta di cronico abbandono percepito da parte dello Stato. Per questo è importante, attraverso le politiche sociali sul territorio, che sono quelle che si occupano più da vicino del disagio e della prevenzione di esso, mostrare che le Istituzioni ci sono. Che, seppur con tutte le difficoltà esasperate dal Covid-19, lo Stato, soprattutto nelle sue espressioni locali, non se ne lava le mani

Quanto è importante farsi trovare pronti per una possibile e auguriamoci imminente fase di rilancio post pandemia? Come e dove il sociale deve dare risposte da subito in questa fase di pandemia e nella fase successiva alla fine dall’emergenza sanitaria?

È essenziale! Quando costruisci un ponte lo fai in previsione delle macchine che vi transiteranno in un secondo momento perché, nel caso del ponte, devono oltrepassare un fiume. Non lo si costruisce con le macchine già incolonnate su una sponda ansiose di transitare. Perché altrimenti il ponte verrebbe costruito con fretta e superficialità. Noi in questo momento ci troviamo in una fase in cui dobbiamo pensare al mondo del post-Covid per non correre il rischio di trovarci all’improvviso nel mondo post-Covid senza sapere cosa fare.

Come detto, in questo momento è prioritario non far percepire alla cittadinanza in difficoltà una sorta di abbandono. Le politiche sociali devono continuare, seppur nel limite dei protocolli sanitari, a funzionare e a dare un servizio. Però al contempo dobbiamo anche pensare alle sfide successive. Ora dobbiamo contenere, dopo dovremmo essere già pronti a ripartire.

Già da prima, ma ora si sta esasperando, c’era un grandissimo problema di reinserimento nel mondo del lavoro. Un problema che colpiva, gioco forze, quelle classi che, per bassa istruzione o per mancanza di esperienza o per età, sono svantaggiate nel mercato del lavoro. Fin da ora dobbiamo pensare a come accompagnare queste persone al reinserimento nel mercato lavorativo una volta che, fortunatamente, si tornerà ad una sorta di normalità.

Quali soni i bisogni della città di Casoria in ambito sociale, le fasce di popolazione più esposte e in difficoltà.

Purtroppo, la situazione di Casoria non è dissimile a quella di altre periferie del nostro Sud. Già precedentemente stavamo scontando anni di politiche di poco successo dal punto di vista lavorativo e sociale. Le colpe, naturalmente, vanno equamente distribuite tra i vari attori in gioco e anche noi Comune non possiamo esimerci dal prenderci la nostra dose di colpe.

La crisi degli ultimi anni, accentuata oggi dal Covid, ha sempre di più stremato le fasce di popolazione già deboli. Quelle oggetto proprio delle attenzioni delle politiche sociali. I più colpiti sono sempre i soliti: i giovani, che ormai vedono nell’emigrazione l’unica ancora di salvezza. Un’emigrazione che però finisce col peggiorare la nostra situazione, perché ci priviamo di energie fresche, nuove, e spesso anche qualificate. A ciò fa da contraltare tutte quella fascia d’età che, una volta uscita dal mercato del lavoro, non riesce più a rientrare. Questo porta ad avere famiglie in cui i figli devono emigrare per cercare il loro posto nel mondo e i padri non trovano lavoro dopo essere stati licenziati. È facile capire che da questo, a cascata, discendono tantissimi problemi e tantissime situazioni di disagio nei confronti delle quali siamo chiamati ad intervenire ogni giorno.

Parlando di progettualità, cosa prevede il progetto ITIA? In che modo immagina che il progetto possa dare risposte concrete a questi bisogni del territorio e, soprattutto, perché è oggi ancor di più necessario investire in progettazione e programmazione sociale?

Il Progetto ITIA (Intese Territoriali di Inclusione Attiva, ndr) vuole aggredire le basi su cui poggia il disagio sociale. La nostra intenzione è quella di gettare le fondamenta, attraverso percorsi di orientamento, formazione, tirocinio per permettere alle fasce deboli un loro inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro.

Non cerchiamo una politica assistenzialista, ma una politica attiva: perché per noi è importante non solo evitare la perdita definitiva di queste fasce di popolazione, ma anche recuperare il loro valore e la loro utilità. Cerchiamo di vedere queste persone non solo da un punto di vista assistenzialista, come persone che devono, giustamente, essere aiutate, ma anche come un’occasione, nostra e loro, per la collettività di usufruire delle loro capacità e del loro lavoro: con il Progetto C.A.S.A. – Centro Accoglienza Supporto Ascolto daremo loro sia una formazione che una qualifica spendibile nel mondo del lavoro. Non a caso il progetto si chiama di “inclusione attiva”. Vogliamo cercare di aiutare queste persone facendo in modo che siano in grado di aiutare se stesse. Non considerandole come un “peso” da accollarci, ma come un insieme di talenti, professionalità, capacità, la cui unica necessità è quella di avere gli strumenti e le opportunità per inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro e nella società.

Source: www.irpinia24.it