Prescrizione mai?

Azione e Più Europa promuovono un dibattito sull'attualissima e discussa questione della prescrizione

conv+Avellino - Si è tenuto stamattina, presso l’ex Chiesa del Carmine, l’incontro dal titolo “Prescrizione mai?”, promosso da Azione e Più Europa e incentrato sulla problematica e attualissima questione della prescrizione e sugli inesorabili effetti giuridici del trascorrere del tempo sui procedimenti giudiziari. Il convegno, ottima occasione per confrontarsi su questo e su altri temi della giustizia in Italia, si è aperto, tra i vari ringraziamenti, con l’intervento del sindaco Festa sorpreso dall’ampia partecipazione ad un tema di immediata rilevanza: “Non era scontato che ci fosse la sala piena con tutto ciò che sta accadendo. La nostra comunità ha bisogno di maggiori argomenti di confronto. Avellino ha bisogno di confrontarsi anche su temi seri che spesso non si ha il coraggio di affrontare”.

Ha, poi, seguito l’intervento dell’avvocato Gaetano Aufiero che si è subito soffermato sull’estrema importanza di trattare approfonditamente un tema di cui si sta parlando troppo senza che ne sia chiaro il quadro generale: “Proverò senza presunzione a fare un contributo di verità”. L’avvocato ha, con notevole disprezzo, definito la legge sulla prescrizione, la cosiddetta legge spazza-corrotti, come la legge spazzatura e ha specificato che in Italia sussistono già figure di reato totalmente insensibili al fattore-prescrizione; si tratta di reati più gravi, quelli di grave allarme sociale, punibili con l’ergastolo. L’abolizione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, come previsto dalla Riforma Buonafede, determinerebbe l’imprescrittibilità anche per i reati di competenza del giudice di pace, cosiddetti a prescrizione breve, per i quali è prevista una pena non superiore a 6 anni. La domanda principale che Aufiero si è posto è: “Qual è il reale interesse di chi vuole questa legge?” La risposta è stata chiara e incisiva: “Forse l’unico scopo è quello di poter dire di aver combattuto o abolito la corruzione. È il mero interesse politico di mettere la bandiera su di una normativa che non avvantaggerà nessuno e che graverà sul carico del lavoro dei magistrati fino a determinare una paralisi devastante. Se il fine del processo penale è quello di accertare la verità, che senso avrebbe giudicare e condannare un imputato dopo moltissimi anni dalla commissione del fatto?” Ha, infine, evidenziato con profonda amarezza che il vero problema, in Italia, non è tanto la prescrizione ma l’esecuzione della pena: “La prescrizione è solo un tassello. Ci sono condannati eterni e passano anche quattro anni prima di espiare una pena. Non ha nessun senso portare in carcere un condannato dopo anni dalla consumazione del reato e con questa legge ciò avverrà anche per reati meno gravi consumati anni e anni prima”. 

efePiù riflessivo e filosofico è stato il successivo intervento di Carmelo Palma, appartenente alla direzione nazionale Più Europa, che si è subito chiesto a cosa serva effettivamente l’abolizione della prescrizione: “Non serve a rendere più rapidi i processi e nemmeno a soddisfare le esigenze della giustizia. C’è un interesse propagandistico ma soprattutto un interesse ideologico. La giustizia non rappresenta più una delle funzioni dello Stato ma è uno strumento di vendetta o riprovazione sociale che porta la giustizia a coincidere con la pubblica accusa”. Ha notato, infine, come sono poche le speranze in un periodo come quello attuale che è nel pieno del buio di una stagione politica.

Il quadro della situazione è reso ancor più chiaro dall’ultimo intervento, quello del senatore Matteo Richetti, parlamentare di Azione che ha, con fermezza, evidenziato il problema di questa riforma che determinerebbe un rilevante aumento dei tempi del processo con un conseguente disincentivo di rivolgersi alla giustizia: “Con l’approvazione della riforma, chi farebbe ricorso all’appello se non ci fosse più un termine di fine dello stesso?  Quanto sarà scoraggiante rivolgersi alla giustizia? Si vuole eliminare un elemento posto a garanzia del cittadino che, sempre presunto innocente, non può essere coinvolto in un processo che non ha fine, un processo inarrestabile e compromesso in via definitiva. La politica non può sottomettere i principi fondamentali della giustizia posti a garanzia di tutti”. 

Source: www.irpinia24.it