Un piano di vivibilità per Sant’Andrea di Conza

Via al progetto di ascolto e supporto della comunità di Sant’Andrea di Conza nelle sue diverse componenti sociali

IMG_8800-2Avellino - Si è tenuta stamattina, presso il Circolo della Stampa, la presentazione del piano di vivibilità messo in atto dal comune di Sant’Andrea di Conza e consistente in una serie di azioni e progetti che coinvolgono tutta la comunità e che sono diretti a valorizzare e sviluppare il territorio.

La conferenza è aperta da Gerardo D’Angola, sindaco di Sant’Andrea di Conza che, specificando l’estrema rilevanza di questo progetto, ne ha subito mostrato l’obiettivo: “Vogliamo dimostrare che anche in un piccolo paesino è possibile vivere in maniera dignitosa con servizi di altissima qualità; è possibile confrontare il modus vivendi di una piccola realtà ad una grande città. Non mi rassegno all’idea di vedere il mio piccolo borgo spopolato”. L’iniziativa, che si concretizza nell’attivazione di una serie di servizi, legati soprattuto all’economia, coinvolgerà oltre all’amministrazione e ai privati, anche le comunità limitrofe e gli enti provinciali e regionali.

Il quadro del progetto è reso ancora più chiaro dall’intervento dell’architetto Mario Pagliaro, uno dei responsabili del piano il quale, dichiarandosi particolarmente soddisfatto di percorrere questa strada nuova e di aver reso concrete una serie di proposte, si è soffermato sulla necessità di agire per arginare una delle problematiche più importanti che riguarda il territorio di Sant’Andrea: “Lo spopolamento, la mancanza di lavoro e di occasioni sono tutti effetti e non cause di un malessere sradicato”. 

In ultimo, ha preso la parola il  professore Ugo Morelli, altro responsabile del piano Sant’Andrea, il quale si è soffermato sulle cause dello spopolamento e dell’isolamento di vari territori: Se il margine veniva concepito, una volta, come una competente residua attualmente non è più così a causa di cambiamenti climatico ambientali e a causa dell’interculturalità. Siamo di fronte ad un grave impoverimento che riguarda tutte le aree interne dell’Irpinia. Ciò è legato al fatto che i giovani che si formano in ogni campo non trovano le opportunità per esprimersi professionalmente. Abbiamo, dunque, bisogno di un progetto rilevante affinché il ruolo cosiddetto marginale possa diventare fecondativo di una nuova prospettiva e di un nuovo modo di vivere, favorendo una possibilità di vita effettiva e non assistita; esistono tutte le condizioni per garantire la possibilità di vivere in un bellissimo posto dove le opportunità lavorative ed economiche possano essere ulteriormente sviluppate”.

Insomma, è chiaro come questo piano di vivibilità, che coinvolge economia, cultura, urbanistica e valorizzazione del patrimonio, possa fungere da esempio per tutta l’Irpinia.

 

Source: www.irpinia24.it