Iniziativa del Codacons per la geolocalizzazione nelle chiamate di emergenza

Presentata denuncia alla Commissione Europea per procedura d'infrazione

logo_codacons_imperiaIniziativa del Codacons Campania sulla geolocalizzazione dopo i tragici fatti occorsi lo scorso agosto allorquando il giovane francese, il compianto Simon Gautier, di soli 27 anni, nel corso di un trekking, caduto accidentalmente in un dirupo, veniva ritrovato dopo nove giorni senza vita nella zona di Belvedere di Ciolandrea, nel comune di San Giovanni a Piro. Nei giorni delle ricerche e in quelli successivi al ritrovamento del corpo sono seguite aspre polemiche sul fatto che in Italia le Centrali Operative 118 siano ancora prive del sistema di geolocalizzazione delle chiamate d’emergenza. Disfunzione messa in evidenza sulla stampa nazionale anche da Mario Balzanelli, presidente nazionale del servizio 118, il quale dichiarava che “se l’Italia avesse messo in pratica la direttiva europea recepita nel 2009, Simon Gautier sarebbe stato immediatamente geolocalizzato, soccorso in tempi rapidissimi e, forse, con esiti ben diversi”. “E’ proprio questo il punto”, afferma il professore Enrico Marchetti, presidente del Codacons Campania, “l’Italia ha recepito la direttiva UE sulla istituzione del numero unico europeo 112 per le emergenze ma non ha fatto i necessari investimenti per la obbligatoria tecnologia per la geolocalizzazione. Uno Stato bravo nelle formule astratte, inesistente nei fatti. E così mentre la Francia ha adottato il modello, la vita in Italia è appesa ad un filo per le inefficienze della pubblica amministrazione”.

Il Codacons”, continua l’avvocato Pierluigi Morena dell’ufficio legale dell’associazione, ”ha presentato un’articolata denuncia alla Commissione europea. In essa evidenziamo come lo Stato italiano non ha attuato due direttive, la 2002/22/CE e la 136/2009, le quali impongono agli Stati membri di attivarsi affinché le Compagnie telefoniche mettano gratuitamente a disposizione dell’autorità incaricata delle chiamate al numero di emergenza europeo «112» le informazioni sull’ubicazione del chiamante nel momento in cui il contatto raggiunge tale autorità. Ciò anche quando la chiamata è effettuata da un telefono cellulare sprovvisto di scheda SIM”. “Nella denuncia per procedura di infrazione abbiamo evidenziato”, precisa l’avvocato Morena, “come lo scorso 5 settembre la Corte di Giustizia dell’Unione europea nella causa C.417/18 ha affrontato un caso del tutto analogo ribadendo l’obbligo di adozione di un sistema tecnologico di geolocalizzazione per le chiamate di emergenza”.

La sentenza veniva pronuncia dall’Alta Corte per altra drammatica vicenda di qualche anno fa, quando una ragazza di 17 anni fu rapita e poi uccisa in Lituania. Inutili erano state le varie telefonate della sventurata al numero di emergenza unico europeo 112 per chiedere aiuto: il centro di raccolta delle chiamate lituano non aveva infatti potuto provvedere a localizzare la ragazza. I giudici europei hanno sottolineato che dalla direttiva «si evince che l’obbligo di messa a disposizione delle informazioni sull’ubicazione del chiamante riguarda “ogni chiamata al numero di emergenza unico europeo”». Inoltre, la Corte ha affermato che la direttiva imponeva agli Stati membri «un obbligo di risultato che non si limita all’istituzione di un contesto normativo appropriato, ma esige pure che le informazioni sulla localizzazione di tutte le chiamate al numero 112 siano effettivamente trasmesse ai servizi di soccorso. Pertanto, le chiamate al 112 effettuate da un telefono cellulare sprovvisto di scheda SIM non possono essere escluse dal campo di applicazione della direttiva». Ora”, conclude l’avvocato Morena, “l’Italia dovrà rispondere dei propri inadempimenti innanzi agli organi comunitari, in via preliminare, la Commissione, ove rilevi l’effettiva violazione di una norma dell’Unione europea, concederà allo Stato un termine di due mesi per presentare le proprie osservazioni. Se le argomentazioni non fossero convincenti seguirà una formale diffida ad adempiere e poi un procedimento che può concludersi con l’obbligo di porre rimedio alla violazione e con applicazione di pesanti sanzioni economiche”.

Source: www.irpinia24.it