Avellino – La UIL lancia l’allarme sull’individuazione dell’impiantistica per i rifiuti

Il costo della TARI è diminuito, ma ciò non basta a frenare l’esportazione

uil conferenza stampa tari avellinoAvellino – Nel corso della conferenza stampa tenutasi presso la sede di Via Tagliamento, i vertici della UIL di Avellino-Benevento hanno presentato i dati relativi al costo sulla TARI fatto registrare in Italia dalle città capoluogo di provincia nell’anno corrente, confrontandolo con il dato relativo al 2018 e analizzando l’andamento dell’aumento o diminuzione di tale costo nell’ultimo quinquennio (2015-19).

Scopo principale della conferenza è stato quello di evidenziare come, nelle città capoluogo del Nord Italia, i costi della tassa sui rifiuti siano decisamente inferiori rispetto ai Comuni capoluogo del Meridione, in quanto la presenza degli impianti nei maggiori centri urbani settentrionali permette agli stessi di poter provvedere autonomamente allo smaltimento o al trattamento dei rifiuti, senza dover esportare altrove i prodotti. Nonostante ciò, nell’ultimo anno, alcune città del Sud si sono distinte per una notevole diminuzione del costo per famiglia: tra queste realtà, figura anche Avellino che, con una percentuale del -7,8% rispetto all’anno 2018, si piazza al quarto posto della classifica nazionale elaborata dal Servizio Politiche Territoriali dell’UIL, relativa ai cali più consistenti tra il 2018 e il 2019, dietro soltanto a Trapani (-16,8%), Potenza (-13,7%) e Frosinone (-13,2%). Nel corso degli ultimi cinque anni (2015-19), tale riduzione si assesta intorno al -10,2%, una percentuale che permette al capoluogo irpino di situarsi al nono posto in Italia tra i Comuni capoluogo con la più elevata diminuzione del costo della TARI nel periodo di tempo preso in considerazione.

“Questi dati fanno emergere che ad Avellino la situazione è migliorata; tuttavia, il servizio di Irpiniambiente può e deve essere implementato attraverso l’impiantistica, perché se abbiamo una struttura che completa il ciclo, la tassa sui rifiuti può essere ulteriormente ridotta”. È questa la riflessione di Michele Caso, segretario della UIL Trasporti di Avellino-Benevento, il quale evidenzia le cause che continuano a produrre un costo medio per famiglia abbastanza alto nel nostro capoluogo (358,15 euro per famiglia) e sollecita l’attenzione verso l’individuazione di un impianto all’interno del quale gestire i rifiuti prodotti in tutta la provincia. “Irpiniambiente ha un credito con alcuni Comuni che si aggira intorno ai 40 milioni di euro. Inoltre, la produzione di rifiuti in plastica di tutta la Regione Campania va in Cina, l’umido alla Sesa in Veneto, il secco viene portato negli stabilimenti in Spagna, Portogallo e Danimarca. Tutto ciò provoca un aumento dell’esportazione e, inevitabilmente, un costo maggiore, un aumento di 200 euro per ogni tonnellata esportata. Serve un atto di responsabilità: il non decidere sugli impianti impedisce all’ATO di elaborare un piano industriale con cui la società può erogare il servizio. Per questo motivo, alla prossima riunione dell’ATO, saremmo presenti, anche in forma di protesta, su questo indecisionismo che sta diventando ormai cronico”.

Luigi Simeone, segretario della CST UIL Avellino-Benevento, è concorde sull’idea di individuare un impianto in provincia e sull’apertura di un dibattito pubblico riguardante la questione: “Noi abbiamo bisogno degli impianti, senza i quali questo sistema non può andare avanti. La nostra riflessione, in particolar modo, riguarda le reti che dovremmo definire con Irpiniambiente: i soggetti a cui ci rivolgiamo rischiano di diventare sempre di meno e le fonti di reddito delle aziende che gestiscono beni di prima necessità per la comunità sono destinate a diminuire. Bisogna cominciare a capire che da soli non possiamo andare avanti: facciamo in modo che quello che funziona continui a funzionare, allargandoci con la multiutility e con gli investimenti. I dati ci dicono che, senza un sostegno e senza una presa di coscienza dei Comuni debitori, Irpiniambiente è destinata prima o poi a implodere”.

Source: www.irpinia24.it