Copagri, Buonomo e Conte: “L’agricoltura familiare va incentivata e sostenuta”

Così i due dirigenti della confederazione campana

58384067_617760262024626_1309271199083134976_nCon il lancio del Decade of Family Farming delle Nazioni Unite, organizzato congiuntamente dalla FAO e dall’IFAD, l’agricoltura familiare deve rientrare a pieno titolo nell’agenda agricola della Regione Campania dei prossimi 10 anni” , così Vera Buonomo, Presidente regionale Copagri Campania.

Un lavoro sistematico su questioni trasversali e multidimensionali che interessano gli agricoltori familiari”  spiega Buonomo , “migliorerà automaticamente i risultati regionali nel quadro degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), posizionando al contempo gli agricoltori familiari come agenti chiave del cambiamento nella trasformazione dei sistemi alimentari”.  

E’ necessario un ambiente politico favorevole che sostenga gli “agricoltori familiari” in questo percorso”, prosegue Buonomo, “poiché le aziende agricole a conduzione familiare, di tutte le dimensioni, si sforzano di sopravvivere e di crescere nel contesto della globalizzazione e di un mondo che cambia”.

Va rivolta particolare attenzione ai continui problemi di gestione associati a tali aziende, fra cui l’esigenza di ammodernamento e innovazione, la prestazione di servizi ambientali, i preparativi per la successione, la necessità di coinvolgere le generazioni future e la promozione della flessibilità economica attraverso la diversificazione e le pluriattività”, continua Buonomo.

Le aziende agricole possono essere classificate in larga maggioranza come aziende a conduzione familiare ed occupano circa il 69 % dei terreni agricoli e hanno dimensioni medie di 10 ettari (ha) rispetto alle aziende agricole costituite sotto forma di società, che in media sono 15 volte più grandi (152 ha)”, afferma Paolo Conte, direttore regionale di Copagri Campania.

Tuttavia,  anche se le aziende agricole a conduzione familiare possono essere sinonimo di attività su piccola scala, il modello familiare rappresenta altresì il 60 % delle aziende più grandi (100 ha e più). A prescindere dalle dimensioni, dai risultati e dai metodi produttivi utilizzati, l’agricoltura familiare presenta chiaramente alcune caratteristiche distintive di ubicazione, esigenze e priorità, situazione agricola storica e culturale che dovrebbero essere mantenute e promosse”, conclude Conte.

Source: www.irpinia24.it