Avellino – “Canone Inverso”, sensibilizzazione sul tema dell’AIDS all’Ex Carcere Borbonico

Presenti al convegno le classi della Scuola Media “Francesco Solimena”

canone inverso amalia carboneAvellino – Una mattinata all’insegna dell’informazione e della sensibilizzazione sull’AIDS: una malattia che incide, ancora oggi, nei Paesi in via di sviluppo con un alto tasso di mortalità e che non va sottovalutata, nemmeno nelle zone del mondo meno esposte al rischio. Si è tenuto oggi, presso la Sala Blu dell’Ex Carcere Borbonico, il convegno dal titolo “Canone Inverso”, al quale hanno preso parte gli studenti della Scuola Media “Francesco Solimena” con degli appositi cartelloni dedicati al tema.

Nel corso dell’evento, è stata eseguita la lettura di alcuni brani del libro “Walimai”, scritto dall’autore napoletano Enzo D’Aniello: “Quando ho iniziato a realizzare questo racconto, uno dei miei sogni principali era quello di entrare nelle scuole per portare il messaggio di lotta contro questo male. Oggi, sono emozionato nell’essere riuscito a raggiungere questo sogno e nel vedere la partecipazione di tanti ragazzi interessati al tema”. L’incasso delle copie del saggio acquistate dagli studenti della “Solimena” verrà devoluto ai bambini ricoverati presso l’Ospedale “Santobono” di Napoli. “Doneremo un piccolo sorriso ai genitori” afferma D’Aniello. Un’iniziativa, dunque, rivolta soprattutto agli adolescenti, come spiega la Dirigente Scolastica Amalia Carbone: “Attraverso approcci scientificamente ed eticamente corretti, riusciamo ad avvicinare gli studenti e i cittadini a tematiche di notevole importanza e complessità. Utilizziamo diversi approcci, dalla lettura di un testo alla spiegazione scientifica della patologia e del modo con cui va contrastata: tutti contributi scientificamente ed eticamente corretti. Arte, musica, religioni, scienza e scrittura si incontrano, percorrendo piste diverse”.

Il titolo del convegno, “Canone Inverso”, riprende il titolo di un film diretto da Ricky Tognazzi nel 2000 e della rispettiva colonna sonora di Ennio Morricone. “La decisione di assegnare questo nome al convegno deriva da un ragionamento: oggi, siamo in una società dove, soprattutto negli ultimi anni, tutto ciò che è ‘diverso’ spaventa e ci colpisce” afferma Sergio Giglio, Direttore generale del reparto Malattie Infettive del “Moscati” di Avellino. “Chi è affetto dall’AIDS si sente in un ghetto. Per questo motivo, dobbiamo cercare di invertire questa tendenza e non lasciare sole queste persone”. Un appello che trova riscontri nella spiegazione scientifica della patologia, illustrata dal dott. Gaetano Morrone: “Fare il test HIV vuol dire voler bene a se stessi e agli altri e dobbiamo farlo con coscienza e senza ipocrisia. Chiudere gli occhi di fronte a un pericolo non lo elimina”. Addolorata Masiello, dirigente medico del reparto Malattie Infettive del “Moscati”, avverte: “C’è ancora tantissimo da fare, soprattutto perché, negli ultimi anni si è abbassato il livello di guardia, rispetto all’enorme campagna di sensibilizzazione avviata nei primi anni Duemila. Stiamo riscontrando nuove diagnosi in una fascia di età compresa tra i 17 e i 31 anni”.

Il monito condiviso da tutti, dunque, è quello di non sottovalutare la questione, come ribadisce Don Vitaliano Della Sala: “Oggi siamo qui a parlare del tema con serenità, il che però non vuol dire aver risolto il problema: sicuramente, siamo riusciti ad affrontare meglio questa grave patologia, grazie sia alla scienza, sia alla corretta educazione. Tuttavia, i Paesi poveri hanno ancora tantissimi problemi, soprattutto a livello informativo: molte persone in questi Paesi non sanno nemmeno di essere ammalati. Una grande conquista sarebbe quella di riuscire a gestire la situazione anche nelle zone in via di sviluppo”.

Source: www.irpinia24.it