La FIOM CGIL chiede il rilancio dello stabilimento FCA di Pratola Serra
Morsa: “Vogliamo che i nostri lavoratori rimangano qui”
Avellino – Un piano industriale che preveda la produzione di motori diesel elettrici, la riduzione drastica delle emissioni di CO2 e il rilancio dello stabilimento di Pratola Serra. È questa la richiesta della FIOM CGIL riguardo al futuro occupazionale della sede produttiva della FCA collocata nel comune irpino, sempre più incerto e legato alla possibile mobilità di operai verso la Val di Sangro.
È Giuseppe Morsa, segretario provinciale della FIOM CGIL, a fare il punto della situazione, in occasione della conferenza stampa tenutasi presso la sede della CGIL in Via Padre Paolo Manna: “Siamo in una fase molto delicata, in continuità con quanto accaduto in passato. Non vi è un piano di rilancio, bensì un piano che coinvolge in minima parte lo stabilimento FCA di Pratola Serra”. Il tema della conversione dello stabilimento da motori diesel in motori ibridi resta in alto mare, così come le cinquantadue giornate di cassa integrazione effettuate finora e il rischio di trasferimento di circa 30 dipendenti da Pratola Serra a Sevel non convincono la FIOM. “La FCA, in questo modo, porta i lavoratori dove c’è lavoro, e non il lavoro dove ci sono i lavoratori” continua Morsa. “Questo ci ricorda cosa accadeva negli anni Cinquanta, quando i nostri concittadini, attraverso il Treno del Sole, lasciavano l’Irpinia per andare a lavorare allo stabilimento Mirafiori a Torino”.
Oggi, la FIOM chiede un’inversione di tendenza ai vertici della FCA: “Vogliamo, innanzitutto, che i lavoratori di Pratola Serra rimangano qui. Inoltre, chiediamo agli attuali e ai futuri amministratori locali, nonché ai candidati alle Europee, di discutere sia nelle opportune sedi, sia con la FIOM e con le altre organizzazioni sindacali, riguardo all’opportunità di investimento sullo stabilimento di Pratola Serra e alle soluzioni da impiegare per frenare lo spopolamento della nostra provincia”.