Avellino – La Festa della Liberazione al suo 74° anniversario

Gallo: "Il 25 Aprile non ci parla solo del nostro passato ma ci interroga sul nostro presente e ci pone delle domande sul nostro futuro"

btyAvellino - Si è tenuto questa mattina, presso il Circolo della Stampa, il secondo incontro di “Nessuno escluso”, iniziativa promossa dall’ANPI in collaborazione con CGIL, Libera, SOMA, Uds e ARCI per celebrare quella che è per l’Italia intera una giornata della memoria, la Festa della Liberazione, giunta al suo 74° anniversario. 

In questa giornata vanno ricordate le vittime. Settantacinquemila combattenti, a costo di grandi sacrifici, trascorsero due inverni lunghissimi e freddissimi sulle montagne per darci la libertà e la Costituzione. Di questi, voglio ricordare i venticinquemila caduti in combattimento e i morti delle stragi nazifasciste di cui la prima ci fu a Nola, l’11 Settembre 1944, dove in seguito all’uccisione di un soldato tedesco i nazisti trucidarono undici ufficiali italiani, un soldato semplice e uno studente. La seconda strage fu a Napoli, il 14 Settembre 1943, dove furono uccisi quattordici carabinieri e due civili” ha affermato Giovanni Capobianco.

Presente in sala un testimone della Resistenza Italiana ma soprattutto meridionale, Rodolfo De Rosa, partigiano irpino che ha combattuto con un gruppo di democratici avellinesi che si unirono alle truppe americane che avanzavano sul suolo italiano per entrare ad Avellino da liberatori.

Occorre trasmettere alle nuove generazioni il ricordo di ciò che eravamo e di ciò che è stato. Questo ricordo va anche rinnovato ogni giorno perché i 74 anni che ci separano dalla Liberazione possono portare ad una dimenticanza che sarebbe colpevole. Il modo migliore per ricordare è quello di battersi per la difesa e l’attuazione della Costituzione che ci hanno regalato quei sacrifici compiuti dalle vittime. In particolare, vanno difesi l’articolo 53 sulla progressività fiscale, l’articolo 116 sul regionalismo differenziato e va rispettata la dodicesima disposizione transitoria e finale della Costituzione” ha aggiunto il Presidente provinciale dell’ANPI di Avellino. “Dobbiamo anche difendere la cultura, che i fascisti odiavano, facendo riscoprire la storia nelle scuole affinché le nuove generazioni siano formate. Tutti insieme dobbiamo sostenere un’unità antifascista” ha concluso. 

Franco Fiordellisi, Segretario generale della CGIL di Avellino, ha voluto ricordare i tre valori fondanti della Resistenza, la religione, la patria e la famiglia, e quelli della Costituzione. Inoltre, ha sottolineato l’importanza del ruolo rivestito dalle donne nell’affermazione della Resistenza. Infine, ha citato alcune parole tratte dal romanzo neorealista “L’Agnese va a morire” di Renata Viganò, “Ogni donna, ogni uomo poteva essere un partigiano, poteva non esserlo”, per testimoniare la forza della Resistenza che sta nella mancanza di costrizione ovvero nella libertà con cui i partigiani iniziarono la loro lotta contro il nazifascismo. 

btyL’incontro celebrativo di oggi, intitolato “Difendiamo e attuiamo la Costituzione”, è stato caratterizzato dall’intervento di Domenico Gallo, giudice di Cassazione. “Il 25 Aprile rappresenta la data del trionfo della lotta di liberazione e del ritorno della libertà del popolo italiano, una libertà insediata nel sangue e nella carne di una comunità di uomini liberi che si è riconosciuta in un orizzonte comune, la Costituzione italiana, traduzione nell’ordinamento giuridico dell’annunzio, portato dalla Resistenza, di una nuova società umana a cui fossero risparmiate per sempre le sofferenze inenarrabili delle guerre mondiali e dell’olocausto. Un’umanità che fosse liberata dalle violenze, dalle discriminazioni e dal disprezzo dei diritti universali dell’uomo”.

Il 25 Aprile non ci parla solo del nostro passato ma ci interroga sul nostro presente e ci pone delle domande sul nostro futuro. Ci chiama a confrontarci con il dono della libertà che ci è stato consegnato dalla Resistenza e con quel patrimonio di beni pubblici che ci è stato tramandato perché noi lo mettessimo a frutto e lo consegnassimo alle generazioni future. In quel patrimonio, la giustizia, l’uguaglianza e la dignità umana sono rivendicate, istituite e garantite attraverso una trama istituzionale che le rende resistenti alle insidie del tempo e della politica”

Source: www.irpinia24.it