Avellino – Cinquecentenario della scomparsa di Leonardo da Vinci

Gli studenti dell'I.C. "R.Margherita-L.Vinci" a lezione d'arte

btyAvellino – Si è svolta questa mattina, presso il Palazzo Vescovile, la celebrazione del cinquecentenario della scomparsa del celeberrimo artista Leonardo da Vinci, promossa dal Circolo culturale degli Amici del MdAO con la collaborazione dell’Associazione Culturale ACO, dell’Associazione Irpinia Insieme e della Curia Diocesana di Avellino.

L’evento culturale, moderato dal Dott. Francesco Iannaccone, ha avuto come ospiti gli alunni dell’I.C “R.Margherita-L.Vinci” di Avellino che hanno potuto approfondire, attraverso la visione di un documentario, le loro conoscenze su uno dei capolavori dell’artista toscano e della storia dell’arte in generale, “L’Ultima Cena”. Il documentario è stato anticipato dai saluti e dagli interventi del Prof. Angelo Cutolo, del Dott. Giuseppe D’Amore, del critico d’arte Stefano Orga e di Don Gerardo Capaldo. 

Il Prof. Angelo Cutolo si è soffermato sulla biografia e sulla personalità del genio rinascimentale: “Dalle annotazione del nonno, sappiamo che Leonardo da Vinci nacque ad Anchiano, una frazione di Vinci, il 15 Aprile del 1452. Con l’introduzione del calendario gregoriano, la data di nascita è stata trasposta al 23 Maggio. Leonardo era il frutto di una relazione illegittima ed era il primogenito di dodici figli. Leonardo era un personaggio che potremmo definire eccentrico e curioso, due caratteristiche che gli hanno permesso di interessarsi alla scultura, alla natura e all’arte contemporaneamente e di sviluppare le proprie attitudini. Un altro aspetto che ha contribuito alla sua crescita come artista è stata la cerchia di amicizie e la frequentazione, nella bottega dove lavorava, di personaggi dediti all’arte”.

Giuseppe D’Amore, cultore d’arte, ha definito Leonardo da Vinci un “gigante”e da medico ha affermato: “La sua grandiosità riguarda tutti i settori, la musica, la matematica, l’arte. Ma, Leonardo andrebbe ricordato soprattutto per i suoi disegni anatomici e per le scoperte fatte sul corpo umano attraverso il sezionamento dei cadaveri, pratica che svolgeva di notte al riparo da occhi indiscreti perché a quei tempi era proibita e punita con il rogo”.

Le associazioni organizzatrici dell’evento hanno voluto rendere omaggio al talento dell’artista italiano focalizzando l’attenzione degli alunni e dei docenti presenti in sala su “L’Ultima Cena” che, ha spiegato Stefano Orga, “è il dipinto di Leonardo più maestoso, insieme a ‘La Battaglia di Anghiari’ che con il tempo è andato distruggendosi a causa della tecnica dell’olio su intonaco adoperata dall’artista. Invece, ‘L’Ultima Cena’ è stato restaurato più volte, la prima sei anni dopo dalla sua realizzazione, dallo stesso Leonardo”. 

Source: www.irpinia24.it