Avellino – Sicurezza e legalità, tra rispetto delle norme e difesa della Costituzione
Tanti gli argomenti trattati nel corso del convegno organizzato dall’AICIS
Avellino – “Sicurezza e legalità sono un bene comune, prerogative sulle quali si deve fondare la società civile odierna: se mancano questi presupposti, le azioni criminali prenderanno sempre il sopravvento”. Sono queste le parole con cui Gianni Festa inaugura, nelle vesti di moderatore, il convegno “Politiche integrate e strumenti necessari per garantire sicurezza e legalità”, tenutosi oggi pomeriggio presso il Palazzo della Provincia.
L’evento, organizzato dall’Associazione Italiana Criminologi per l’Investigazione e la Sicurezza (AICIS), ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, professionisti del settore, docenti e ricercatori universitari. Assente, invece, l’on. Franco Roberti, ex procuratore nazionale antimafia e assessore regionale alle politiche della sicurezza della Regione Campania, impegnato nel Consiglio provinciale odierno. “La nostra associazione si prefigge lo scopo di accrescere il ruolo di chi opera nel settore della criminologia, attraverso anche corsi di formazione mirati” afferma Salvatore Pignataro, segretario regionale AICIS. Il ruolo del criminologo è, dunque, di importanza cruciale, in quanto interlocutore tra diverse figure professionali e garante di tali componenti. “Il tema della sicurezza non può essere trattato disgiuntamente rispetto a quello della legalità: si tratta di un principio semplice che, tuttavia, va a innestarsi in un contesto legale molto complesso” sostiene Giovanna Perna, responsabile regionale dell’Osservatorio Carcere Unione Camere Penali Italiane.
Rispetto delle norme, accesso alle misure alternative e funzione rieducativa della pena sono le chiavi da sfruttare per migliorare la sicurezza e garantire la legalità. Secondo la Perna: “Fortunatamente, la situazione in Provincia è sotto controllo, ma urgono comunque riforme e strumenti adeguati. Esiste un problema sia di efficienza che di efficacia nell’applicazione delle sanzioni. La crisi della legalità la riscontriamo in diversi settori ed è necessario, dal punto di vista culturale ed etico, recuperare la sinergia tra tutte le componenti sociali e locali, in primis istituzioni e scuole. Sono necessarie risorse economiche, affinché si possa rafforzare il ruolo rieducativo a cui le carceri devono ottemperare, nonché finanziare progetti rimasti ancora in cantiere”.
Sicurezza e legalità sono termini che non possono essere scissi dal territorio, ma devono essere patrimonio di tutti. È il pensiero di Giuseppe Priolo, Commissario straordinario del Comune di Avellino: “Le azioni da mettere in pratica devono essere integrate con quelle della polizia locale, in base anche alle recenti direttive, ma non solo. Il controllo sul territorio si deve esplicare attraverso un controllo vigile al quale sono chiamati tutti i cittadini. Questo non significa che i cittadini si sostituiscono alle forze di polizia, bensì unire le tante componenti per garantire una maggiore sicurezza”. Il commissario ha parlato anche del cosiddetto “protocollo di vicinato”, a cui il Comune di Avellino ha aderito e che prevede un rapporto diretto dei cittadini tramite le loro associazioni e i loro rappresentanti di condominio con le istituzioni per la garanzia della sicurezza pubblica. “In questo modo, anche le zone di quartiere saranno protette attraverso la videosorveglianza e tecnologie all’avanguardia” afferma Priolo. Secondo Domenico Giannetta, Comandante Polizia Municipale del Comune di Atripalda: “Sicurezza urbana e integrata sono legate a tanti aspetti, anche allo sviluppo economico del territorio”, mentre per Fausto Picone, Vicepresidente della Provincia: “Importante è il fatto che questo convegno sia stato organizzato all’indomani dell’approvazione della nuova legge sulla legittima difesa”.
Ed è proprio sul piano normativo attuale che il legame tra sicurezza e legalità rischia di sgretolarsi. “Oggi, in Italia, c’è una mancanza di corrispondenza sempre più evidente tra la sicurezza reale, al di là delle norme e dei temi che l’ordinamento pone, e quella che noi percepiamo” tuona Raffaele Tecce, ricercatore di Procedura Penale presso l’Università Tor Vergata di Roma: “Le leggi vengono emanate sull’onda dell’emotività: il problema non è il populismo, ma la strumentalizzazione della volontà del popolo stesso. La norma, quando non è figlia di una sensibilità della popolazione, bensì di tale emotività, è inutile, specialmente se inserita in un contesto scollegato con la realtà. La sicurezza si deve necessariamente coniugare con il rispetto della libertà delle persone: per questo motivo, ritengo le leggi sulla legittima difesa e sull’immigrazione non adeguate a risolvere il tema della sicurezza”. Più costruttiva, secondo Tecce, l’idea di creare un tavolo, dove mettere in pratica le idee di tutte le parti chiamate in causa, dalle istituzioni alle associazioni, ai professionisti: “Potremmo realizzare una sorta di progetto ‘Città Sicura’, come già fatto in Emilia-Romagna, per rendere Avellino una città più vivibile sotto quest’aspetto”.
“Sicurezza e legalità vanno a braccetto ma, quando parliamo di legalità, dobbiamo parlarne soprattutto da un punto di vista costituzionale” conclude Francesco Schiaffo, docente di Criminologia presso l’Università degli Studi di Salerno. “Siamo stati eroici fin qui a difendere la nostra Costituzione ma, in questo momento politico e storico, dobbiamo continuare a farlo con maggiore impegno e solidarietà. E, per fare ciò, è necessario cambiare il modo di percepire determinati fatti criminali. Oggi si pensa che gli immigrati siano un problema, quando il vero dramma è la mancanza di politiche di integrazione adeguate”.