Avellino – Terzo seminario di “Tutti pazzi per la psicologia”

Gli errori cognitivi tra normalità e patologia

btyAvellino - Continua il ciclo di seminari “Tutti pazzi per la psicologia” organizzato dall’Associazione Irpina di Psicologia diretta dalla Dr.ssa Rosa Bruno. All’incontro di questo pomeriggio, tenuto presso il Circolo della Stampa e moderato dalla giornalista Simona De Cunzo, esperti in psicologia e neurologia hanno esposto al pubblico gli studi sugli errori cognitivi più comuni e le malattie neurologiche. Al tavolo erano presenti la Dr.ssa Rosa Bruno, il Dr. Michele Lepore, il neurologo Daniele Spitaleri e le psicologhe Francesca Cimmino e Virginia Valentino. 

Dimenticare la pentola sul fuoco, dove abbiamo parcheggiato l’automobile, dove abbiamo messo le chiavi di casa o lo smartphone, sono eventi che accomunano la vita di tutti noi e, come ha spiegato il Dr. Michele Lepore, fanno riferimento alla cosiddetta “memoria ongoing” ovvero la memoria pratica del quotidiano che riguarda i gesti e le attività che compiamo nell’arco delle nostre frenetiche giornate. “Gli errori cognitivi di questo tipo sono la conseguenza di un deficit dell’attenzione, essendo questa una risorsa del sistema cognitivo limitata. Questi limiti sono causati dall’eccesso di impegni, depressione, stress, preoccupazioni o da traumi cranici e demenza” ha precisato il direttore scientifico della Scuola Campana di Neuropsicologia.

In alcuni casi, dunque, si tratta di semplici “sbadataggini”, mentre in altri potrebbero essere l’effetto di qualcosa di più serio. Esistono, infatti, errori cognitivi che sono provocati da un danno ai lobi frontali. “Questi ultimi hanno il ruolo di gestire il passaggio tra un compito controllato e uno automatico, motivo per cui una loro lesione provoca la sindrome da dipendenza ambientale a causa della quale, in un individuo scatta un pacchetto comportamentale automatizzato alla vista di un oggetto nonostante sia in uno spazio incongruo perché i lobi frontali non sono in grado di inibire quello che è un gesto che non si adatta a quel contesto” ha affermato il Dr. Lepore.

btyCi sono poi errori che interessano la memoria prospettica, per esempio dimenticare un appuntamento, la quale può essere basata sull’evento o sul tempo. Gli anziani hanno imparato a trasformare i compiti basati sul tempo in compiti basati sull’evento perché in questo modo è più facile ricordarsene. Tuttavia, come ci ha informato Freud, alcune dimenticanze dipendono da fattori motivazionali come la paura”. Lepore si è anche soffermato sul deficit transitorio di tipo linguistico più comune, conosciuto come “tip of the tongue” o “sulla punta della lingua”, che accade quando l’informazione disponibile nella mente non è momentaneamente accessibile. Spesso, gli errori cognitivi interessano anche la memoria episodica, quella che riguarda i fatti accaduti in passato, per la quale “l’individuo compie un percorso ricostruttivo caratterizzato da un processo di problem solving durante il quale formula delle ipotesi sulla base delle conoscenze che già possiede”. 

Dell’aspetto esclusivamente patologico dei deficit della memoria ha parlato il neurologo dell’ AORN San Giuseppe Moscati, Daniele Spitaleri: “Le disfunzioni cerebrali possono essere causate da patologie, traumi o altre condizioni neurologiche e possono coinvolgere aree circoscritte o più vaste e quindi avere ricadute su singole funzioni cognitive specifiche o su più funzioni. Questi disturbi possono essere presenti sia in età infantile-adolescenziale sia in età adulta e sono causati da patologie neurologiche come l’epilessia, le neoplasie, le malattie cerebrovascolari”

Oggi, i disturbi cognitivi possono essere individuati grazie al contributo di un neuropsicologo. Su questo tema è intervenuta la psicologa e psicoterapeuta Virginia Valentino: “La valutazione neuropsicologica deve essere effettuata dallo psicologo clinico con esperienza in neuropsicologia e consiste in un processo multidinamico che comprende sia l’utilizzo di test sia l’osservazione qualitativa allo scopo di integrare i dati ottenuti e fornire una cornice di significato che non si limita soltanto ai risultati dei test somministrati. Infatti, anche il modo in cui il paziente si relaziona con il valutatore permette di ottenere informazioni utili”.

Source: www.irpinia24.it