Avellino – Secondo incontro di “Tutti pazzi per la psicologia” dell’A.Ir.P.

L'attuale frontiera per la salute è l'integrazione medico-psicologo

btyAvellino – Ha avuto luogo questo pomeriggio, presso il Circolo della Stampa, il secondo seminario divulgativo intitolato “Tutti pazzi per la psicologia: medico e psicologo per una cura integrata”, inserito in un ciclo di incontri promosso dall’Associazione Irpina di Psicologia e patrocinato dall’Ordine degli Psicologi della Campania. “Questo seminario cade in una settimana significativa per la psicologia, infatti, il 18 febbraio del 1989 fu emanata la legge n.56 che ha definito e regolamentato la professione dello psicologo” ha affermato il Dr. Michele Lepore, Consigliere irpino dell’Ordine degli Psicologi della Campania. L’A.Ir.P., nata nel 2018 dopo aver riscontrato l’interesse dei cittadini per le tematiche legate alla salute durante i seminari della Settimana del benessere psicologico, ha come obiettivo quello di “definire le giurisdizioni di competenza dello psicologo e della psicologia, diffondere su un livello tecnico-scientifico la cultura della psicologia in tutte le sue aree applicative e creare un lavoro di sinergia con le altre professioni” ha esordito Rosa Bruno, coordinatrice dell’A.Ir.P.

Pertanto, l’argomento dell’incontro ha riguardato l’importanza che riveste, nel benessere psico-fisico di un individuo, la cooperazione tra psicologo e medico. L’introduzione è stata affidata allo psicologo e psicoterapeuta Fiorangelo Amelia, nonché ispiratore del titolo del ciclo di seminari, il quale si è soffermato sui pregiudizi intorno alla figura dello psicologo, dovuti alla conoscenza limitata della professione da parte della società. Il primo pregiudizio analizzato riguarda l’idea errata che lo psicologo curi esclusivamente “i pazzi”: ” La maggior parte delle persone non fa fatica ad andare da un medico di fronte ad un disagio fisico, mentre di fronte ad un disagio psicologico incontra difficoltà perché recarsi dallo psicologo viene percepito come anormalità da nascondere“.

In realtà, l’intervento dello psicologo è utile e necessario per chiunque attraversi un periodo di crisi interiore, cioè quando viene meno il benessere psicologico, inteso come “stato in cui la persona è in grado di sfruttare le proprie capacità cognitive ed emotive, stabilire relazioni soddisfacenti, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni“. Lo psicologo saprà intervenire nel rispetto del paziente per ripristinare il suo equilibrio psichico in un arco di tempo che, come ha affermato la Dr.ssa Maria De Cola, “non si può predeterminare in quanto soggettivo ed imprevedibile“. La psicologa, nella sua lezione intitolata “Il tempo, la parola e il soggetto della cura”, si è soffermata anche sulla relazione psicologo-paziente, nella quale non dovrebbe mai mancare l’ascolto da parte del professionista e quest’ultimo non dovrebbe mai considerare chi ha in cura come un oggetto, in quanto verrebbe meno la “confidence”.

Un altro pregiudizio, secondo Amelia, è quello di poter credere di risolvere autonomamente i problemi che sono alla base della perdita del nostro benessere psicologico: “Agire autonomamente, affrontando con le proprie forze le proprie difficoltà è un aspetto positivo. Tale atteggiamento può diventare disfunzionale quando diventa una forma di chiusura in cui si vuole superare quel problema da soli a tutti i costi per non apparire deboli”. In altri casi ancora, l’individuo crede che si possa fare a meno dello psicologo confidando le sue difficoltà emotive alla cerchia di amici. 

btyDel paradigma medico centrato sulla relazione ha parlato anche il neurologo e psicoterapeuta Rino Ventriglia, esponendo le strategie per la costruzione di legami empatici elaborate da Matthews. Lo psicologo, innanzitutto, deve rispettare la regola dell’ascolto per riuscire a comprendere le emozioni del paziente e deve tenere dentro di sé i commenti, le domande e i ragionamenti, che potrà enunciare solo in un secondo momento. “Il processo empatico raggiunge il suo culmine quando lo psicologo comunica al paziente che lo ha capito“.

Al seminario, ha partecipato anche la psicologa Angela Aitella, con una lezione intitolata “Psicosomatica: mente e corpo due ‘entità’ dialoganti”.Con l’avvento di Freud, si è scoperto che i malesseri emotivi repressi influenzano negativamente il corpo provocando le cosiddette malattie psicosomatiche che oggi sono oggetto di studio della medicina psicosomatica: “Quando proviamo un malessere emotivo per un periodo di tempo lungo, come rabbia, depressione e paura, il nostro corpo ce lo comunica tramite dolori fisici. Ciò testimonia che una malattia non ha una causa di natura esclusivamente organica ma anche psichica. Dunque, lo psicologo non si occupa esclusivamente dello psichico ma la sua funzione sarà quella di far dialogare lo psichico e il corporeo promuovendo processi di risanamento”.

Lo psicologo, oltre a collaborare con gli altri professionisti dell’ambiente sanitario, interagisce anche con tutti i professionisti del benessere come quelli del mondo dello sport. All’evento, questo argomento è stato trattato dal Responsabile Nazionale del Dipartimento Sport e Salute U.S Acli che ha presentato “Borgosalus”, un villaggio itinerante di educazione permanente alla salute e al benessere dei cittadini, insieme al quale è stato promosso il progetto “Un’esperienza d’integrazione professionale per la promozione della salute”. 

 

 

Source: www.irpinia24.it