Avellino – “Idee Giovani Per Avellino”, Ossigeno apre il dibattito

Cipriano: “Poniamo le le basi per un ricambio generazionale della politica locale”

IMG_7208Avellino – Tante proposte per cambiare la città, tutte accomunate dalla passione per la politica, hanno animato il dibattito tenutosi presso la Chiesa del Carmine, dal titolo “Idee Giovani per Avellino”. Questo confronto, così come sottolineato da Luca Cipriano, presidente dell’associazione “Ossigeno” e moderatore dell’incontro, nasce dal diverso modo di approcciarsi alle pubbliche amministrazioni da parte dei giovani e dal tentativo di presentare una propria visione di città ideale.

Indubbia è la partecipazione di una considerevole parte dei giovani alla vita politica cittadina, come afferma Ersilia Di Grezia, ex membro del Forum dei Giovani Avellino: “Il progetto del Forum è stato un esperimento messo in atto per dare voce ai tanti ragazzi di questa città e per evitare che i ragazzi avellinesi prendessero altre strade, e ci siamo riusciti attraverso le varie attività musicali e culturali che abbiamo organizzato negli ultimi anni: Stay Music Festival, Borgo dei Filosofi, Social Basket”. Esistono, tuttavia, alcune criticità nel modo di approcciarsi alla politica. Secondo Leonardo Festa: “Il dramma dei giovani che oggi fanno politica è che devono lottare, da un lato, contro l’esigenza di tenere un’idea di politica stessa e, dall’altro, di inventare un futuro che possa diventare un nuovo paradigma in un periodo di crisi. Io mi aspetto dai giovani che si faccia politica con consapevolezza e serietà, perché sono i giovani il motore della comunità”.

IMG_7209L’emigrazione giovanile resta, infatti, uno dei principali problemi che ha portato la città e la provincia di Avellino a uno spopolamento mai visto. È Mario Graziano a mettere in evidenza questa tematica: “Vanno messe alla luce alcune tematiche per una possibile città ideale, a cominciare dai trasporti, sia su gomma che su rotaie. Anche sull’istruzione, le idee vanno declinate in vari modi, a livello universitario non abbiamo una completa autonomia, e per quanto concerne i corsi di formazione e specializzazione l’offerta è molto scarna. La città preferisce rimanere in questo bozzolo da trent’anni a questa parte e ciò provoca il fenomeno che tutti conosciamo”. Secondo Stefano Iannillo (SOMA), spesso si parla di giovani, ma non si lascia parlare i giovani e soprattutto, errore più grave, si pensa che i giovani abbiano soluzioni soltanto per i pari età: “C’è una parte della città che è povera, isolata, a causa della disoccupazione e del fenomeno migratorio. Non si tratta solo di cervelli in fuga: da Avellino le persone vanno via anche per fare lavori più umili. Dobbiamo fare in modo che in questa città resti anche chi non ha più opportunità e che le zone periferiche non restino isolate”.

Isolamento delle periferie rispetto al centro, ma non solo. Il fenomeno riguarda anche Avellino e la sua provincia, ben distanti dal contesto nazionale. “Non ci sono opportunità e dobbiamo necessariamente appoggiarci ad altre realtà, anche per quanto riguarda le nostre eccellenze, come il vino. La mia idea è quella di candidare Avellino a città creativa d’Europa” afferma Andrea D’Alessandro. L’assenza di alternative è diretta conseguenza della mancata valorizzazione delle risorse umane e territoriali, come fa notare Gianluca Nicastro: “Avellino non riesce ad avere più influenza in un contesto provinciale e regionale. Non siamo in grado di valorizzare le nostre eccellenze, non riusciamo a fornire una formazione postuniversitaria adeguata ai neolaureati. La politica dovrebbe iniziare a porre questo dialogo, riscoprendo i luoghi simbolo di questa città. C’è bisogno di una stagione di rinascita, spogliandoci delle nostre storie politiche e interrogandoci sulle cause che hanno portato a questa situazione”.

IMG_7211Ad aggravare la situazione, altre problematiche, legate al rischio della privatizzazione dell’acqua, all’inquinamento ambientale e, non per ultimo, al cambiamento delle relazioni interpersonali che, spesso, sfocia in drammatici gesti.” È faticoso per noi portare avanti da soli questa battaglia in favore dell’acqua pubblica, perché ci toglie tanto tempo e tante forze, per questo bisogna stare sul campo con scelte giuste” sostiene Nino Sanfilippo (SiPuò).  Adriana Guerriero (Giovani Democratici) sollecita le istituzioni a giungere a una visione comune: “Cruciale è il tema dell’ambiente, disastrato a causa soprattutto di un nucleo industriale costruito in una zona che ha favorito l’aumento dell’inquinamento e delle patologie legate a esso”. A Katia Solomita spetta l’amara riflessione sullo spaccato del contesto familiare odierno: “Nella nostra città mancano le strutture che possano seguire le famiglie nelle difficoltà quotidiane che riguardano i rapporti relazionali compromessi e le condizioni economiche precarie. Il comune altresì deve avere un compito di controllo sulle attività che i bambini svolgono alle scuole e nel loro tempo libero. Si stanno perdendo anche le professioni artigiane e i giovani vanno indirizzati verso queste professioni”.

L’auspicio di una città migliore arriva dalle parole di Alfonso Laudonia, con cui si chiude il dibattito: “Possiamo parlare di città ideale, ma dobbiamo sentirci comunità. Alcuni quartieri, come Borgo Ferrovia, non si sentono città. Il nuovo sindaco deve vestire i panni di un sarto che sappia ricucire Avellino, partendo dal centro e arrivando alle periferie, alle persone che le abitano”.

Source: www.irpinia24.it