Avellino – La dignità della persona, tra apparenza e mistificazione
Mons. Aiello: "Niente e nessuno può cambiare la nostra dignità"
Avellino – La dignità della persona come valore universale: un tema ancora oggi attuale, tra il mondo delle relazioni sociali in costante mutamento con l’evoluzione della tecnologia e il problema del fenomeno migratorio. Si è tenuto questa mattina, presso l’Auditorium dell’Istituto Tecnico Economico “Luigi Amabile”, il primo di un ciclo di incontri che ha visto come ospite il Vescovo di Avellino, Mons. Arturo Aiello.
“Con il nostro ciclo di incontri sul valore dell’uomo vogliamo sollecitare i ragazzi delle classi quinte a portare esperienze personali per il colloquio all’esame di Stato” afferma Antonella Pappalardo, dirigente dell’istituto. “Da questa giornata sarà possibile trovare uno spunto per una riflessione sulla dignità: un concetto sicuramente contraddittorio, in quanto viene citata oggi soltanto in eventi particolarmente sconvolgenti, in termini dunque di dignità violata”. In realtà, è necessario parlare del tema in un contesto più ampio, e fare innanzitutto una distinzione tra dignità acquisita alla nascita e dignità che la persona guadagna nel corso della sua vita per merito: “Siamo degni, dunque, se facciamo determinate cose, se apparteniamo a determinate categorie, storicamente e collettivamente riconosciute”.
Come sottolineato dalla Pappalardo, tuttavia, nell’evoluzione storica di tale concetto, si è arrivati oggi a correre il rischio di raggiungere qualcosa, e non qualcuno: vale a dire, il rischio di essere invasi dal protagonismo, dal facile arricchimento e dalla tecnicizzazione di ogni aspetto della vita umana. A questo dubbio risponde Mons. Arturo Aiello, rievocando gli insegnamenti sulla dignità di alcuni grandi scrittori, da Terenzio a José Saramago, passando per un celeberrimo verso della poesia “A Silvia” di Giacomo Leopardi (All’apparir del vero: tu misera, cadesti). Secondo il vescovo di Avellino, le generazioni odierne sono protese all’apparenza: “Molti adolescenti credono che i loro problemi siano legati all’aspetto fisico. Si può anche vivere nella povertà, non avere una famiglia agiata, ma la dignità dell’uomo niente e nessuno la può cambiare. Deve restare un dono. Non sono le cose materiali a dire dell’importanza di una persona, ma è l’imprinting che Dio le ha dato”.
L’uomo è stato creato a sua immagine da Dio: non guardando fuori di sé, ma guardando a sé. È per questo motivo che il concetto di dignità incontra quello di uguaglianza, in un momento storico particolare per quanto riguarda il fenomeno migratorio. “Il problema è chiedersi se anche qui ci sono persone che emigrano altrove, se gli immigrati che arrivano qui sono uomini anche loro, hanno una dignità anche loro” conclude Mons. Aiello. “Siamo anche noi dentro una migrazione: alla domanda ‘Come deve essere risolta la questione?’ sono i politici a dover rispondere. Noi dobbiamo soltanto avere la consapevolezza che anche chi arriva qui è un uomo come noi. Ricordiamo ciò per non fare gli stessi errori-orrori del passato”.