Atripalda – Quando la solidarietà si riduce a carità

Nel paese irpino è possibile aiutare una famiglia indigente con 30 euro

atripalda comune okE’ possibile aiutare una famiglia indigente con trenta euro? Ad Atripalda sì, almeno secondo l’amministrazione Comunale. E’ questa infatti la somma destinata a quaranta nuclei familiari economicamente disagiati dalla delibera di Giunta n. 207 del 7 dicembre (progetto “Regala sporta”), sotto forma di “voucher” da utilizzare (fino al  sei gennaio; dopo, evidentemente, non si mangia più) presso alcuni supermercati cittadini nel periodo delle festività di fine anno”.

Trenta euro: una mancia, una forma di carità, un’elargizione in stile borbonico. Per una famiglia media di quattro persone, fanno  sette euro e  mezzo a testa: siamo al di sotto del classico piatto di lenticchie, insomma. E’ lecito chiedersi, allora, quale perversione del pensiero o impulso sadico possano aver ispirato tale scelta, quale profondo – quantunque non dichiarato – disprezzo per le masse bisognose possa albergare nell’animo di chi l’ha concepita, al punto da trattare delle persone e dei cittadini (sì, sindaco Spagnuolo Giuseppe, PERSONE e CITTTADINI) alla stregua di fastidiosi questuanti, di postulanti appiccicosi, di plebe amorfa a cui gettare le briciole di un sontuoso banchetto allestito a beneficio di altri”.

“E non si risponda, di grazia, che trenta euro sono meglio di nulla, innanzi tutto perché è  un’affermazione offensiva nei confronti  dell’intelligenza  e dei drammi che i potenziali interessati vivono quotidianamente. In secondo luogo, perché un’affermazione siffatta cozza clamorosamente con una prassi amministrativa che, quando vuole e con chi vuole, sa essere generosa oltre misura, come dimostrano – per restare alla stretta attualità – i  circa diecimila euro (oltre tremila per il solo “Villaggio di Babbo Natale”) spesi per l’allestimento di una kermesse natalizia per molti aspetti fallimentare. Se la sporta della solidarietà è vuota, in compenso il sacco della vergogna è più che mai pieno. Il guaio è chi se ne è ricoperto non ha nemmeno il livello minimo di coscienza per rendersene  conto”.

Luigi Caputo, Partito della Rifondazione Comunista Atripalda

Source: www.irpinia24.it