“Io, lui e nessun altro”, il romanzo irpino che si sofferma sulla dipendenza affettiva

Il racconto caratterizzato da amore e ossessione nato dalla penna di Anna Ansalone, giornalista e assistente sociale

Anna Ansalone

Anna Ansalone

Avellino – “Io, lui e nessun altro” è un breve romanzo di Anna Ansalone, giornalista, assistente sociale e direttore della rivista telematica online Contattolab.it. Un libro da leggere tutto d’un fiato che affronta il delicato tema della dipendenza affettiva, del narcisismo e dell’amore filiale.

A chi si ispira la storia di “Io, lui e nessun altro”?

Mi sono ispirata alle storie di un gruppo di mutuo aiuto per le dipendenze affettive. Parla di un amore perverso vissuto da una donna raccontato al proprio figlio: da una parte il Narciso che ama solo sé stesso, dall’altra Giorgia, la protagonista che per amore si lascia dominare fino all’autoeliminazione.

Insomma, l’amore in tutte le sue sfaccettature…

L’amore è il focus vissuto in primis come sentimento passionale, che travolge e che in maniera incontrollabile distrugge e sottomette, e poi come sentimento autentico che si prova per il proprio figlio. Così ciò che viene generato diventa ciò che rigenera, guarisce e salva.

In particolar modo a chi è destinata questa lettura?

Ad un pubblico di donne che stanno affrontando o che hanno vissuto un fallimento affettivo perché si tratta della storia di un amore reale e sofferto che raggiunge l’ultimo stadio della dipendenza, dopo esser passato per la fase sofferta del rifiuto.

Un tema diffuso, di cui si parla poco… Qual è il significato da attribuire alle dipendenze affettive?

Le dipendenze affettive non risparmiano nessuno e sono più diffuse di quanto si pensi, ma a differenza di altre assuefazioni, come la tossicodipendenza per esempio, non si curano attraverso precise terapie. Dopo una difficile diagnosi deve arrivare il tortuoso raggiungimento della fase di rottura definitiva con il narcisista, ma non è un processo semplice e il rischio ricaduta è dietro l’angolo.

Il discorso della dipendenza affettiva quanto incide sulla società di oggi?

Incide molto, troppo. Oggi ci si dedica poco all’altro, gli stessi genitori danno spesso importanza più a sé finendo per tralasciare i propri figli. In amore, poi, si è diffuso in maniera incontrollabile il fenomeno del “no contact” per cui basta un clic per chiudere i contatti bruscamente con una persona. Alla maniera dei social diremmo “bloccare uno specifico contatto”…

Social e comunicazione: i pro e i contro…

Il progresso ha reso la comunicazione una “non comunicazione”, attraverso i social viene meno il contatto e il concetto delle persone come “unità che fanno parte di un sistema relazionale”. I social, volendoci avvicinare in apparenza all’altro, ci allontano dalla realtà.

Quale potrebbe essere la soluzione?

Bisognerebbe riscoprire il significato più profondo della parola relazione, dove si avanza insieme perché c’è confronto. Si eviterebbe l’insorgenza delle dipendenze e con esse anche i gesti estremi che alimentano la cronaca di tutti i giorni.

di Guendalina Bonito

In copertina il dipinto "Incompreso" di Dorotea Virtuoso

In copertina il dipinto “Incompreso” di Dorotea Virtuoso

Source: www.irpinia24.it