Depressione: il dott. Franza fa luce sul “male oscuro”

Il male di vivere e come osteggiarlo: che cos'è la depressione? Com'è possibile gestirne gli attacchi? Come si fa a guarire?

deprIn occasione della “Giornata Europea sulla Depressione”, il Dott. Francesco Franza, psichiatra di Avellino, presidente dell’Asociazione Neamente e vicepresidente di “EDA Italia Onlus”, intervistato telefonicamente, ha sottolineato come lo scopo principale del consueto appuntamento annuale sia quello di divulgare, attraverso eventi appositamente organizzati, informazioni corrette sulla natura della depressione e dei disturbi dell’umore in genere, malattie spesso subdole nella loro evoluzione, che coinvolgono tutte le età a partire dall’infanzia. “Si tratta di una psicopatologia molto frequente – ha dichiarato Franza – che addirittura può essere invalidante”.

Le statistiche hanno dimostrato che una persona su cinque soffre di un disturbo dell’umore, la cui incidenza può dipendere da un’ endofamiliarità della malattia che, pur non essendo ereditaria, può riscontrarsi in soggetti che abbiano ereditato, piuttosto, una certa familiarità ad ammalarsi. Le cause scatenanti possono essere riconducibili a fattori biologici o biopsicosociali, strettamente connesse, cioè, ad angosce legate a traumi esistenziali, come la perdita o l’abbandono. 

Umore depresso per la maggior parte del giorno; incapacità di provare appagamento o interesse per attività comunemente ritenute piacevoli (Anedonìa); sensazione di esaurimento fisico (Astenìa); modifiche nel peso e nell’appetito; iperattività del pensiero e sbalzi d’umore; abuso di sostanze; senso di autosvalutazione e di colpa ricorrenti; disturbi del sonno; aggressività e litigiosità frequente come meccanismo di difesa; pensieri di morte ricorrenti: la presenza di almeno tre di questi sintomi può portare uno specialista alla diagnosi di depressione, sulla base di indicatori quali l’intensità e la pervasività del malessere.

La depressione è una malattia multigenica e multifattoriale, – continua Franza – che con sfumature differenti, può presentarsi sotto forma di depressione post-traumatica, depressione mascherata, umore instabile, non necessariamente legato alla tristezza, in quest’ultimo caso, ma alla disforìa, che è un’alterazione patologica dell’umore“. Promuovere iniziative che facciano sempre più luce sul male oscuro, che ha il potere di crescere fino a insediarsi, opprimere e annullare completamente la vita di un individuo, è fondamentale per smascherare quella “depressione mascherata” e spesso fraintesa: “La medicina di base non sempre riconosce i sintomi d’esordio della depressione – precisa, infatti, il dottore – che spesso si manifestano come semplici disturbi delle funzionalità di base, anche digestive e intestinali“. E, com’è ovvio in questi casi, il pericolo che viene dalla mancata comprensione o dalla sottovalutazione è l’aggravamento della patologia, che può sfociare in atti estremi di autolesionismo e, addirittura, nel suicidio.

Chiedere aiuto è fondamentale. “All’origine del disagio c’è spesso lo scarso contatto che i soggetti hanno con la parte più intima di sé; il percorso da seguire, quindi, è quello antidepressivo e psicoterapico, che punti prima di tutto sull’ascolto e sulla parola“. Dai contributi degli specialisti è più volte emerso il disagio che persiste in Italia nell’approccio alla depressione e che ne fa un Paese non ancora moderno per una pressoché assente o, comunque, non applicata normativa giuridica in merito. Ogni sofferenza ha il diritto di essere compresa e sostenuta per essere sconfitta, perché una mano amica può sempre essere una prospettiva di speranza.

 

di Eleonora Fattorello

Source: www.irpinia24.it