Li vogliamo o no questi immigrati? L’Italia risponde

Mariangela Perito, dirigente Acli, fa il punto sulla questione immigrazione e dice sì all'accoglienza.

immigratiViviamo in un’epoca in cui la maggior parte della gente divide, classifica e giudica le cose per categorie di razza, genere e religione, trascurando di far caso al fatto che il più delle volte è di esseri umani che si parla. Il tema dell’immigrazione, attuale sempre, ma più che mai oggi con le ondate umane che regolarmente investono il nostro Paese e con Salvini che, altrettanto regolarmente, fa della questione argomento principe di relazioni e disquisizioni, ci chiama a riflessioni serie sulla posizione finora assunta in merito dall’Italia.

Ha voluto esprimersi in proposito la dott.ssa Mariangela Perito, vicepresidente delle Acli di Avellino, già attivissima nel sociale e in particolare nella promozione di progetti che favoriscano accoglienza e integrazione. Incontrata presso la sede associativa di via De Renzi, la dott.ssa Perito ha innanzitutto richiamato la necessità di stimolare le giovani generazioni a riflettere su quanto sarà lasciato loro in eredità dai “grandi”, soffermandosi, poi, sulla necessità dei ragazzi di avere un’Avellino europea, che si ponga, in quanto capoluogo, alla guida del territorio irpino: Abbiamo di fronte il problema della migrazione di persone che fuggono perché non hanno più la possibilità di vivere nei propri paesi, per via di squilibri economici o ecologici che generano necessariamente l’assenza di opportunità e prospettive“. “Nei paesi di guerra – continua – la sicurezza e la vita stessa delle persone sono quotidianamente minacciate e la migrazione è un fenomeno costante della storia dell’umanità, che ha sempre portato a mescolanze, integrazioni e creazione di nuove culture. Erigere barriere non serve a nulla” e, citando esempi storici come quello della muraglia cinese o del muro di Berlino, lamenta l’inettitudine degli uomini ad imparare dalla propria storia.

Quanto all’accoglienza, partendo dall’analisi degli approcci possibili, la dott.ssa ha affermato che “se da un punto di vista economico o politico ogni valutazione è condotta sulla base di un principio di utilità, in virtù dei benefici che ne potrebbero derivare, l’approccio etico approfondisce attraverso la riflessione, quei principi che, portandoci alla distinzione tra il bene e il male, ci consentono di scegliere“. Etico è, dunque, accogliere non per motivi politici o economici, ma per una ragione antropologica, perché l’aspetto positivo dell’accoglienza risiede nel confronto con “gli altri”, “migranti, immigrati, stranieri o ospiti, che – sottolinea – rappresentano il nuovo con cui una società, per crescere, deve necessariamente relazionarsi e convivere, sulla base di regole che organizzino in maniera ordinata la condivisione dello spazio comune“.

E’ al valore antropologico del viaggio che si fa riferimento, il viaggio inteso come movimento e conoscenza diretta, fondamentale per lo studioso come per l’uomo, al fine di guardare le cose da un altro punto di vista e trovare altrove, lontano dalle proprie radici, un nuovo contesto identitario. Esemplari a questo proposito sono la situazione del Brennero e di altri luoghi della nostra “civilissima Europa”, esempi abominevoli di come nessuna barriera possa essere la soluzione.

 

Eleonora Fattorello

 

 

 

Source: www.irpinia24.it